Il lievito, da secoli, viene utilizzato per produrre pane e birra. Ora cellule geneticamente modificate di questo microorganismo unicellulare sono utili per creare sostanze alla base di farmaci antidolorifici. Se ne sono occupati, in California, i chimici dell’università di Stanford, coordinati da Stephanie Galanie. Pubblica lo studio la rivista Science.
Geni di piante, batteri e topi sono stati utilizzati al fine di modificare le cellule del lievito. In questo modo, lo zucchero si trasforma nei mattoncini degli antidolorifici.
Lievito modificato: un sostituto del papavero da oppio?
Fa capolino una possibilità: il dolore in futuro potrebbe essere lenito con farmaci non derivanti dall’oppio, il cui principio attivo più abbondante è la morfina. E’ l’Organizzazione mondiale della sanità a riconoscere gli oppioidi come farmaci di primaria importanza. Di qui, una legittimazione della coltivazione dei papaveri da oppio.
Ogni anno, sono circa centomila gli ettari coltivati con questa pianta, nota come Papaver somniferum. Vengono così ottenute ottocento tonnellate di sostanze oppiacee destinate alla medicina. Colture preziose e pericolose, che tuttavia sono una necessità primaria per la terapia del dolore e come tali vanno salvaguardate e utilizzate in maniera appropriata. I raccolti, tuttavia, sono incerti, soggetti come sono a condizioni meteorologiche e agli attacchi di parassiti. Senza contare gli ostacoli normativi e le problematiche legate alla sicurezza che questa coltura propone a oggi. Alcuni oppiacei sintetici, poi, sono difficili da ottenere.
Lievito modificato come la morfina?
I tentativi svolti a Stanford sono stati molti e sono stati volti a ricostruire dalla base la catena di produzione delle sostanze derivanti dall’oppio, fabbricando naturalmente i costituenti.
Lievito modificato: produzione su larga scala?
E’ presto per produrre queste sostanze su larga scala: la ricerca sta muovendo i primi passi. Sono state la tebaina e l’idrocone le prime sostanze alla base degli oppioidi ricostruite in laboratorio a partire dal lievito modificato. La prima, contenuta nell’oppio, è affine alla morfina e alla codeina; la seconda, in parte sintetica, deriva da oppiacei naturali come la codeina e la stessa tebaina.