Carcinoma al seno: danni da stress
Che cosa succede al nostro organismo sotto stress? Gli esperti stanno prendendo in considerazione il collegamento tra stress prolungato e carcinoma al seno, esaminando donne con tumore alla mammella e isolando le conseguenze psicologiche relative allo stress, durante la terapia farmacologica e nelle fasi successive. Scelte le pazienti più suscettibili, si agisce su di esse per aiutarle a combattere la depressione. Se lo stress momentaneo può avere anche effetti positivi, quello prolungato porta a una maggior produzione di ormoni dello stress e accresce l’infiammazione. L’Istituto Regina Elena di Roma svolge in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità un progetto con il quale si vuol identificare, come detto, lo stress nelle donne che hanno fatto riscontrare tumori alla mammella e si sono sottoposte a chemioterapia e, in alcuni casi, a terapie antiormonali. Come? Con colloqui posti in essere con psicologi e con la ricerca nell’organismo di ormoni e altre sostanze come il cortisolo, legate a filo doppio con lo stess.
Analisi poste in essere su 80 pazienti non hanno portato a riscontrare segni immediatamente manifesti di stress, ansia e depressione, ma hanno fatto evidenziare l’aumento del cortisolo sia nella saliva, sia nel sangue va di pari passo con i livelli alterati di BDNF, Brain-derived neurotrophic factor, fattore neutrofico cerebrale, sostanza alla base del meccanismo di induzione dello stress, la cui azione avviene su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, migliora la sopravvivenza dei neuroni già esistenti, e fa crescere e differenziare nuovi neuroni e sinapsi. Questa sostanza, molto importante per la memoria a lungo termine, si riduce, quindi, in seguito a un lungo periodo di isolamento sociale. L’espressione genica del BDNF si riduce in diverse aree cerebrali e si apre il campo alla depressione, sulla quale bisogna agire.