Casi di vaiolo tra gli immigrati, nessun fondamento

Casi di vaiolo tra gli immigrati, nessun fondamento

La pressione degli immigrati sulle coste può portare a una forma di fobia da immigrato: se uno dei bambini che sbarcano ha un esantema cutaneo si parla di nuova diffusione del vaiolo e gli stranieri sono i novelli untori. Ciò non significa affatto che la popolazione stia perdendo il ben dell’intelletto di sua iniziativa, ma che la paura, che può incidere sulla reazione dell’intera opinione pubblica, dilaga facilmente, date le condizioni nelle quali obiettivamente ci troviamo, con le folle di immigrati che premono sulle frontiere. Il fatto che consideriamo oggi è un invito a mantenere la calma, posto che la ricerca di una vita migliore è legittima e la popolazione italiana ha dato luogo essa stessa al fenomeno dell’emigrazione.

Che cosa è accaduto e continua ad accadere

Era il primo luglio del 2014. Un fanciullo con sospetto vaiolo è stato prelevato dalla nave Orione per accertamenti. La nave era attesa al porto di Catania e ospitava 400 migranti. Secondo la stampa, la Croce rossa italiana avrebbe affermato di non intendere utilizzare il proprio personale in assenza di misure di profilassi consone alla situazione. Il bambino aveva un massiccio rash sul viso e sul corpo. Le analisi poste in essere allo Spallanzani di Roma hanno portato a una diagnosi di varicella. Gli immigrati continuano ad arrivare, e il terrore da vaiolo si diffonde.

La risposta del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute puntualizza, chiarendo che l’ultimo caso di vaiolo risale al 1977: la malattia non esiste più da anni. I giornali avrebbero utilizzato “in maniera maldestra fotografie di casi di varicella”, pratica pericolosa, che viola la privacy dei pazienti. Quando questi fatti si verificano, può trattarsi di varicella o patologie superficiali di interesse dermatologico, da trattare con farmaci di base “estremamente semplici”. Si parla, inoltre, della sorveglianza sanitaria che gli uffici di confine del Ministero della Salute attuano “in collegamento con le Amministrazioni Regionali, con l’Unione Europea e con l’Organizzazione Mondiale della Sanità; “trasparenza, autorevolezza a tempestiva generazione e diffusione dell’informazione” sono in tal modo garantite. Le notizie trapelate, relativamente ai casi di vaiolo tra gli immigrati, “sono prive di qualsiasi fondamento e, tra l’altro, introducono pericolosi elementi di instabilità e procurato allarme”.

La replica di alcuni giornali

La risposta di alcuni giornali è che se il vaiolo è eradicato, il vaiolo delle scimmie non lo è. Ma… attenzione: si tratta di una patologia rara, una malattia infettiva virale propria dei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale, con sintomi simili a quelli del vaiolo. Non si tratta, in sintesi, di una malattia che potrebbe colpire in massa le popolazioni europee.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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