Revisione 2015 dei Lea, Livelli essenziali di assistenza che il Servizio sanitario nazionale garantisce: non c’è il riconoscimento della visita diabetologica e di molte altre attività cliniche connesse al diabete. Lo dicono a Genova i medici diabetologi, che stanno partecipando (e parteciperanno fino a sabato 16 maggio) al ventesimo Congresso nazionale dell’Associazione medici diabetologi (AMD). Non bisogna dimenticare che discendono dai Lea le tariffe di rimborso, legate alle attività che i medici devono e possono erogare. La revisione di tali livelli è stata poi elaborata dai cosiddetti tavoli tecnici, senza dare la parola alle società scientifiche e i professionisti.
La visita diabetologica è stata di fatto inglobata in una più generica visita endocrinologica.
Parliamo di una patologia riguardante cinque milioni di persone circa, cioè un italiano adulto su otto e una famiglia su tre. 12 miliardi sono la cifra assorbita in termini di risorse: cioè il 10% della spesa sanitaria nazionale. Non bisogna dimenticare che due terzi della spesa per curare il diabete sono legati alle gravi complicanze della malattia, numerose e dovute a cure non adeguate e al mancato controllo metabolico.
L’Onu ha dichiarato in una risoluzione che il diabete è problema sanitario e sociale per il pianeta, nonostante si tratti di una malattia non trasmissibile: è considerato in tal senso simile a patologie come tubercolosi, aids e malaria. E’ di due anni fa il Piano nazionale per la malattia diabetica del Ministero della salute: la prima volta che la tematica di un piano nazionale è stata una singola malattia. Nonostante ciò, non se ne riconoscono le peculiarità.