Da Micron, ecco le nuove memorie tridimensionali. Siamo abituati a memorie per i nostri computer sempre più potenti: ora la Micron semiconductor Italia srl propone una memoria tridimensionale, chiamata 3D Nand. Ciò permetterà di creare applicazioni web che si basino su queste piccolissime memorie, quindi in grado di trattare una mole di dati molto più ingente di quella attuale. Possiamo immaginare smartphone che non abbiano il difetto che hanno ora, con minore necessità di energia. In una piccola memory card, potremmo avere una cartella clinica esaustiva e completa. Abbiamo raggiunto per saperne di più il director of flash memory design di Micron in Europa, Tommaso Vali. Ecco le sue parole.
Con i nuovi dispositivi le memorie incominciano a svilupparsi su tre dimensioni e una biblioteca può entrare nella punta di una penna. Come si è arrivati a questo e come è nata l’idea?
La riduzione delle dimensioni minime dei transistor realizzati in tecnologia planare, ovvero litografati su un unico piano (2D) ha fatto incrementare i costi di sviluppo tanto da richiedere la individuazione di soluzioni alternative.
L’idea è nata in Micron oppure è stata applicata?
E’ un percorso individuato dalle aziende che di semiconduttori, ma molto complesso da realizzare, sia in fase di progettazione, dove richiedono un approccio interdisciplinare e forti competenze, sia in produzione, dove richiedono ingenti investimenti. Solo alcune riusciranno a percorrerlo.
Di quale sostanza sono fatti in prevalenza i nuovi dispositivi?
Sono realizzati su un substrato di silicio, come i chip realizzati mediante la tecnologia planare.
Qual è la durata nel tempo di queste memorie non volatili rispetto a quelle in uso?
Simile
Quali sono stati gli step di produzione di 3D Nand?
Gli step di produzione sono più complessi, ma sono sempre step di fotolitografia e seguono gli stessi principi delle memorie planari.
3D NAND: Le applicazioni pratiche
Parliamo degli ambiti di applicazione: potremo portare ovunque un’enorme quantità di materiale, anche senza bisogno di internet. Ciò sminuirà il world wide web, con i tempi di trasferimento di allegati pesanti?
Dovrebbe creare ancora più sinergie con il WEB. Più che evitare il download di allegati pesanti, abiliterà applicazioni residenti che hanno bisogno di basi dati molto ampie. Questi dati potrebbero poi essere continuamente aggiornati via Web. Inoltre, i nuovi dispositivi consentiranno di immagazzinare una maggiore quantità di dati nei data center, a costi inferiori e con un minor dispendio energetico. Pensiamo quindi ad una sinergia più che alternative al WEB.
Immagina applicazioni in campo medico, per esempio per lo spostamento di enormi banche dati di cartelle cliniche tra ospedali in tempi brevi a uso diagnostico?
Può gia accadere con il WEB. Questo tipo di memoria faciliterà la possibilità di portare sempre con noi su card dedicate con i dati medici, incluse, ad esempio, le immagini diagnostiche. Potremmo avere una sorta di cartella clinica esaustiva e completa in una memory card.
Per il trasferimento materiale di queste memorie si tornerà alla posta ordinaria?
Il trasferimento fisico seguirà gli stessi processi adottati oggi; il trasferimento dei dati avverrà via rete.
C’è una lotta in atto tra internet e supporti materiali come memoria dei computer?
No.
Parliamo di alta velocità di lettura/scrittura e basso consumo: è una rivoluzione nel trattamento dei dati? Che cosa cambierà nel lavoro di ogni giorno?
Sarà possibile realizzare applicazioni a minor consumo energetico. Ad esempio, avremo smartphone in grado di realizzare più funzioni, ma meno affamati di energia.