Sulla prestigiosa rivista Nature, durante questo mese di settembre, quarto mese mondiale dell’Alzheimer, è stata pubblicata una lettera che definire allarmante è dire poco: l’Alzheimer è stato definito come contagioso. La notizia è rimbalzata sui maggiori quotidiani inglesi. L’articolo che ha dato inizio al dibattito era stato pubblicato dai ricercatori del londinese University college. Coordinavano il team John Collinge e Sebastian Brandner, firmatari dell’articolo.
Alzheimer contagioso, da un’autopsia su otto pazienti
Gli studiosi hanno attuato un’autopsia su otto pazienti, deceduti tra i 36 e i 51 anni di età. Costituiva la causa della morte la forma iatrogena (causata dalla medicina, ndr) della malattia di Creutzfeldt-Jakob. La malattia li aveva colpiti dopo un trattamento ormonale cui erano stati sottoposti da bambini, attraverso la somministrazione di ormone della crescita estratto da ipofisi di cadaveri. Sulla base di test genetici condotti sul campione, nessuno dei pazienti era portatore di una mutazione genetica associata alle forme precoci di Alzheimer, angiopatia amiloide cerebrale (Caa, malattia del sistema vascolare e linfatico) o altre malattie neurodegenerative. Se la malattia di Creutzfeldt-Jakob non li avesse portati alla morte, nel corso degli anni i soggetti avrebbero potuto sviluppare non solo malattia di Alzheimer ma anche emorragie cerebrali, data la severità di Caa osservata.
Secondo gli autori, sebbene non vi siano prove che la malattia di Alzheimer sia contagiosa o che ci si possa ammalare con trasfusioni o strumenti chirurgici contaminati, la proteina Abeta, collegata all’Alzheimer, potrebbe essere potenzialmente trasmissibile attraverso queste pratiche mediche.
Alzheimer contagioso, qualcuno è intervenuto per placare gli animi
Bisognava calmare gli animi. Ci ha pensato uno degli autori della lettera, Simon Mead. Intervistato dalla Cnn, questi ha affermato: “Non intendiamo dire che l’Alzheimer sia una malattia da prioni, stiamo dicendo che potrebbe condividerne il meccanismo di base per il quale qualcosa a un certo punto va storto causando la diffusione della malattia. L’ultima cosa che volevamo era generare il panico o portare la gente ad evitare di sottoporsi a interventi chirurgici o a trasfusioni di sangue”.
Il panico è stato generato. Chi avrà l’ultima parola?
Immagine copertina di Pixabay https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-tiene-l-asta-33786/