Il paziente al centro

Il paziente al centro

Bisogna prestare attenzione alle malattie croniche focalizzandole, perché l’attenzione nei confronti di questi malati non deve mai cadere. Stiamo parlando di comunicazione e gestione della terapia a distanza. Oggi a Roma, presso la Luiss, il convegno “Il paziente al Centro: soluzioni innovative di integrated health care per il miglioramento della qualità delle cure e la continuità assistenziale dei centri clinici”. Al centro sono state poste quattro malattie croniche: artrite reumatoide, sclerosi multipla, fibrosi cistica e ipertensione polmonare. Colpiscono circa 500.000 persone. La chiave sono i programmi di cura a casa, che migliorano lo stile di vita del paziente, che aderisce meglio alla terapia. I costi per il Servizio Sanitario Nazionale, in questo modo, si assottigliano. L’indagine Domedica–Eurisko 2015 focalizza l’approccio positivo e proattivo alle cure della persona sottoposta a terapia. Le stesse aziende farmaceutiche lavorano a progetti di assistenza integrata. Parliamo di un vero e proprio modello di business, destinato a crescere a macchia d’olio. Si tratta dello sviluppo di servizi e strumenti per il corretto accesso ai farmaci. Sono più di 7 su 10 gli specialisti che pensano a modalità per migliorare la comunicazione medico-paziente. E’ un modus operandi che accomuna, in particolar modo, diabetologi, pneumologi e reumatologi. Più della metà dei pazienti entrerebbe volentieri in questi programmi, mentre risponderebbe positivamente il 40% dei medici, in particolare specialisti.

Il “volume d’affari” dell’assistenza domiciliare

Parliamo di 14 milioni i malati cronici in Italia, pari al 24% di coloro che ottengono cure dal Sistema sanitario nazionale. La possibilità di aderire a programmi di supporto integrato, però, riguarda soltanto tre pazienti su dieci, secondo quanto si evince dai dati Istat del 2014. La difficoltà di accesso ai farmaci riguarda poi il 30% delle famiglie, secondo il tredicesimo Rapporto sulle cronicità di Cittadinanza attiva. Nulla cambierà, se le prestazioni socio-sanitarie e sociali non saranno integrate con le prestazioni sanitarie intese in senso tradizionale. L’ospedale come centro, con il nulla intorno, non basta più. La percezione del servizio da parte del paziente, che è anche un cliente, deve migliorare nel sistema. Ciò può significare, per esempio, trasferire all’esterno determinate prestazioni, come succede in Toscana o in Lombardia. I servizi si allargano, dall’ospedale raggiungono l’abitazione. I programmi di supporto al paziente cronico sono un elemento sul quale devono basarsi non soltanto i medici, ma anche gli assessorati regionali alla Salute, i Centri clinici, le Asl. Il campo d’azione della cura della patologia vista come sistema a tutto tondo deve giovarsi di team multidisciplinari: medici, fisioterapisti, infermieri e psicologi che siano di supporto al medico e al paziente contemporaneamente.

 

 

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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