Ieri sera sono andato a sentire la seconda sera del Festival Beethoven a Torino, tre sinfonie nella bellissima Piazza San Carlo.
Sono arrivato in ritardo e non ho potuto trovare un posto seduto: “poco male”, mi sono detto, adoro Beethoven e quindi lo ascolto anche in piedi. Ho cercato un posto a metà di quella che considero una delle piazze più belle d’Europa, anzi del mondo. C’erano giovani famiglie con bambini ancora nel passeggino, famiglie con bambini un po’ più grandi, coppie di tutte le generazioni, giovani con capelli lunghi e tatuaggi, pseudo intellettuali, musicisti con tanto di custodia di strumento a spalla, rasta, anziani.
“Bello così”, mi sono detto augurandomi al contempo “speriamo non facciano troppo rumore e me lo facciano sentire in silenzio come deve essere”. Inizia la musica, sinfonia n. 1 in DO maggiore. Alcune persone intorno a me continuano a parlare nonostante l’orchestra stia già eseguendo il primo movimento. “Ecco lo sapevo”, commento tra me e vado a cercare una posizione migliore, dove spero ci siano persone abituate a questo tipo di ascolto, ma è qui che inizia la cosa strana.
Non so se a causa delle occhiatacce di parecchi miei vicini di posto o per quale altra misteriosa ragione, ma piano piano, le persone in tutta la piazza, smettono di parlare e ascoltano, ascoltano Beethoven, in silenzio.
Merito di Beethoven? Non so.
O forse sarà perché non solo il sorriso è contagioso, ma anche il silenzio. I bambini nel passeggino si addormentano sereni assumendo quella invidiabile, angelica espressione del viso che solo loro hanno, quelli appena più grandicelli stanno in braccio al papà e ascoltano, tranquilli, in silenzio. Il giovane con i tatuaggi è come quel signore anziano con gli occhiali, che a sua volta è come questa coppia di immigrati magrebini col bambino in braccio, che ancora sono uguali a quest’altra coppia di turisti biondissimi, come minimo tedeschi o ancora più a nord.
La signora anziana davanti a me si avvicina al suo compagno e gli dà un bacio sulla guancia, lui si gira stupito e la guarda con un sorriso e sorrido anch’io. Tutti in silenzio ad ascoltare la musica. Solo la musica. “Bello così” penso e chiudo gli occhi per godermi ancora di più queste note. Riesco a sentire tutta la musica nota per nota, e se presto maggiore attenzione anche il rumore dell’archetto che scorre sulle corde dei violini e dei contrabbassi.
Bello così. Grazie per la magia, Ludwig.
Immagine copertina di Ramazan Karaoglanoglu https://www.pexels.com/it-it/foto/palcoscenico-orchestra-prestazione-strumenti-musicali-13673492/