Venerdì passo sulla 57esima strada, davanti alla libreria Rizzoli, e d’un tratto ricordo il motivo di una protesta che vede una piccola realtà commerciale sfidare i grandi investitori di sviluppo della proprietà immobiliare newyorkese. Cartelli, picchetto, giornalisti ma in cuor mio so che è tutto inutile: Rizzoli è l’ennesimo piccolo business che ha perso la partita con grande rammarico, almeno per i romantici come me.
Il piccolo edificio, sorto più di un secolo fa e che da quasi 30 anni ospita una delle più affascinanti librerie di New York, è incappato (insieme con le basse palazzine sorte a lato) nell’analisi di sviluppo di un costruttore potentissimo e senza scrupoli che, naturalmente, ha ottenuto l’autorizzazione ad abbattere l’edificio. Per farne che cosa? Presumibilmente per costruire una cinquantina di piani in verticale, corrispondenti ad una torre di lusso, probabilmente venduta ad alloggi per quei milionari che useranno la panoramica dimora per brevi soggiorni in città.
Nulla si salva quando la distruzione sistematica del “vecchio” a favore del nuovo è una partita economica giocata dai costruttori miliardari della Grande Mela. La raccolta di 16.000 firme per una petizione caduta nel vuoto, hanno cercato di stoppare la distruzione dell’ennesimo edificio di carattere, che ospitava un negozio storico: la libreria Rizzoli, appunto. Michale Bloomberg, ex sindaco di New York, ha impiegato un decennio come primo cittadino a spingere Manhattan in questa direzione e forse fra un decennio, il lavoro (al contrario) di Bill De Blasio, inizierà a dare i suoi frutti, ma per ora, un altro pezzo di storia viene sgretolato.
La storia di Rizzoli è per l’editoria come la storia di Luxottica è per la moda, un esempio d’aziende di successo, mossa da uomini nati orfani (Angelo Rizzoli e Leonardo Del Vecchio) ma capaci di grandi visioni e dalle inimmaginabili capacità imprenditoriali.
Paradossalmente, col dispiacere nato dalla sconfitta, sono però portato a pensare che la libreria Rizzoli funzionerà assai meglio altrove, quasi che il trasloco sia un toccasana. Di fatto sono certo che la clientela della 57esima strada, tra una gioielleria, un negozio di moda da prezzi proibitivi e una torre di cristallo residenziale, non sia affatto quella di lettori appassionati, di clienti che ritornano come usuali o di topi di biblioteca. Al contrario, il mio augurio è insieme la speranza che in un quartiere più umano, l’essere cliente di Rizzoli non verrà misurato dal limite massimo della carta di credito e sarà una rivincita per la libreria Rizzoli a cui auguro di trovare una nuova “casa” quanto prima, se non fosse altro perché rappresenta la nostra cultura oltre al nostro saper fare business.
Emilio Paschetto, New York
Immagine copertina di Roberto Vivancos https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-dell-orizzonte-dell-empire-state-building-a-new-york-city-2190283/