Da casa mia al nuovo Whole Foods supermarket (tutto biologico) non s’impiegano più di 10 minuti. E lì che ho scoperto esistere un arrotino a mia disposizione, per cui ci vado a passo spedito con una manciata di coltelli, di quelli da assassino alla Shining. Incredulo l’approccio nell’Wholefoods tra l’arrotino e le mie lame che non tagliano: artigiano (e mestiere) che pensavo scomparso definitivamente in nome della non cultura dell’usa e getta. Il ragazzo forse quarantenne, alto e magro, accostato a una mola e bancone elegante di legno. Rustico e pratico, ha uno sguardo glaciale ed un sorriso assai amichevole. Un grembiule che pare vecchio di duecento anni, sporco di olii, fa pari con un look trendy uscito da Vogue; noto una certa trasandata ricercatezza nei modi e nell’abbigliamento, inusuale.
Dice di essere appassionato al mondo del “su misura” di legno, al punto che produce coltelli (per l’appunto anche su misura) con l’impugnatura conformata alla mano del cliente, ne produce per cercatori di funghi, per chef, per mancini ed appassionati di lame di qualità e anche per collezionisti… perfino dal Giappone riceve ordini.
Ogni tanto produce anche piccoli mobili sempre che non siano progetti troppo impegnativi, perché a lui piace lavorare sulle dimensioni minute che richiedono grande precisione. Vende anche una sua linea di coltelli che mi mostra e racconta degli accai e dei legno che adopera.
Ora sostiene che la qualità dei miei coltelli è molto alta (e io che pensavo scioccamente di buttarli…)… Sì, dico, sono quelli che rubai alla cucina di mia madre tanti anni fa quanto lasciai l’ Italia. Lui sostiene di sentire la qualità del metallo, affilandolo, e di accai così non se ne vedono più, mi promette anche che ingrasserà il legno dei manici perché è un peccato non farlo su coltelli così preziosi (e io che li avevo dimenticati in un cassetto da chissà quanti anni…).
I lineamenti del viso tradiscono la sua figura sicuramente attraente, un look decisamente rurale ma curato, mani sporche di lavoro ma in un contesto felice e decisamente raro. Christopher (così si chiama il biondo arrotino) è proprietario di un laboratorio a Brooklyn dove, con il legno e il metallo, produce tutto ciò che richiede qualità di manifattura. Lui, ripete, può smontare il suo laboratorio e partire, sparire dall’oggi al domani, se ce ne fosse bisogno, nel mentre, mostra il suo personalissimo coltello appena affilato, da cercatore di funghi.
Starei tutto il pomeriggio a chiedergli perché ha scelto quel mestiere, come l’ha imparato, ma devo lasciarlo lavorare, prometto di ritirare le mie lame nel giro di un’ora mentre Christopher dice che posso pagare con carta di credito grazie al lettore iSquare collegato al suo iPhone 5.
Non mi torna il suo look, su internet cerco… e scopro: Christopher faceva il modello di professione ha sfilato per anni e per nomi famosi, vedo gli scatti, sebbene lui non accenni nemmeno su richiesta a questo suo passato, poi leggo che ha fatto il produttore per un fotografo molto noto e da 8 anni ha abbracciato imprevedibilmente la vita dell’arrotino, è girovago per natura come gli americani senza pace e ha scritto pure brevi racconti… l’arrotino più cool che io conosca.