“Centinaia di studi scientifici confermano che la contraccezione ormonale (la pillola, ndr) è un’alleata del benessere femminile, eppure in Italia, sono ancora troppo poche le donne che usano regolarmente la contraccezione orale”. Non ha dubbi la professoressa Valeria Dubini, Vice Presidente della Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani. La pillola per anni è stata vista con sospetto non solo dalle donne, ma anche da molti medici, che la ritenevano un metodo innaturale, “colpevole” dell’aumento dell’incidenza del tumore mammario, o la mettevano in relazione al rischio di incidenti trombolitici, come pure di disturbi secondari, ma comunque capaci di incidere negativamente sulla qualità della vita della donna, come la ritenzione idrica, o l’aumento di peso derivato da uno squilibrio metabolico.
“Ora non ci sono più scuse”, dice Valeria Dubini. “E’ ormai accertato e validato scientificamente che la pillola, quando usata correttamente, è un anticoncezionale sicuro in una percentuale che si avvicina al 100 per cento, un dato positivo di gran lunga superiore a qualunque altro metodo non ormonale”. Non solo: la pillola ha effetti positivi sulla salute della donna. Chi utilizza contraccettivi ormonali ha infatti una maggiore protezione nei confronti del tumore dell’endometri, dell’ovaio e del colon.
Come spiegare allora lo scarso utilizzo di questo metodo anticoncezionale nel nostro Paese? “La salute e i diritti sessuali e riproduttivi, non rappresentano una priorità dell’agenda politica italiana. Basti pensare che, contrariamente a quanto accade nel resto d’Europa, l’educazione sessuale non è materia curriculare nelle scuole italiane”, risponde il professor Emilio Arisi, presidente della Società medica italiana per la contraccezione.
Nella classifica europea sull’uso della contaccezione orale l’Italia è al terz’ultimo posto (16,2%), grosso modo come in Tunisia (14,5%), nel Botswana (14,3%) e in Iraq (14,6%). La differenza è notevole, se paragonata al 41,5% della Francia, al 28% del Regno Unito e al 27,4% della Svezia. Ben 4 ragazze su 10 ignorano gli effetti positivi sul benessere femminile e non si valorizzano i benefici della pillola su regolarità del ciclo, mestruazioni dolorose e/o abbondanti, carenza di ferro nell’organismo e sindrome premestruale. Oltre alla quasi assoluta sicurezza contraccettiva, la pillola oggi ha un’alta tollerabilità, un ridottissimo impatto metabolico e la sua azione è totalmente reversibile. Tutte caratteristiche che la rendono l’alleata naturale del benessere di una donna, un metodo contraccettivo valido a tutte le età e particolarmente indicato per le giovani. Naturalmente, come tutti i farmaci va scelta dal ginecologo in base alle caratteristiche della donna, ai suoi bisogni contraccettivi ma anche alle sue abitudini di vita. È perciò fondamentale educare le adolescenti a considerare il ginecologo, uomo o donna, come l’alleato più sicuro per vivere in serenità, anche la stagione dell’amore: perché le aiuta a conoscersi e a fare una scelta contraccettiva responsabile e su misura.
Tra le diverse opzioni che lo specialista può consigliare, vae la pena considerare anche i dispositivi intrauterini ormonali (IUS). La contraccezione intrauterina è usata da più di 160 milioni di donne nel mondo. Rappresenta la via di somministrazione più diffusa al mondo. Ma se in Europa è utilizzata dal 15% delle donne, nel nostro Paese la percentuale di impiego è soltanto del 3-5% tra le donne in età fertile. In particolare, i contraccettivi intrauterini più innovativi, con rilascio locale di una bassa dose di progestinico, garantiscono un’efficacia reale del 99,9% e sono una soluzione molto pratica, che gli anglosassoni definiscono “fit and forget”. Niente calcoli né sforzi mnemonici. Inoltre presentano il vantaggio di non interferire con la propria sessualità.
Immagine copertina di JESHOOTS.com https://www.pexels.com/it-it/foto/pillola-di-medicina-bianca-e-di-vetro-mezzo-pieno-della-holding-della-donna-576831/