Anche se l’estate meteorologica tarda ad arrivare, le vacanze estive sono alle porte, ma per chi ha un figlio piccolo, prima di cominciare a fantasticare il meritato periodo di relax deve mettere in conto come affrontare e superare un ostacolo in più: il viaggio per arrivare alle meta. La vacanza col bebè, che ci si arrivi in auto, treno, aereo o nave, può iniziare sotto i peggiori auspici. Il tragitto, infatti, può riservare qualche fastidio o disagio per il bambino. Con un po’ di attenzione e organizzazione, però, si può prevenire o risolvere rapidamente ogni problema.
In vacanza col bebè: il mal di movimento
La cinetosi è un problema generalmente ereditario, che comincia a manifestarsi spesso a 2-3 anni, durante i primi viaggi, soprattutto in auto, ma anche in nave, treno e aereo. Il bimbo sopporta con difficoltà i movimenti, le accelerazioni e le decelerazioni durante lo spostamento, il suo senso dell’equilibrio risulta destabilizzato e possono verificarsi sudore freddo, pallore, sonnolenza, eccessiva salivazione, mal di testa, nausea e vomito e, nel caso del mal di mare, anche diarrea.
Che cosa fare
Quando possibile è meglio viaggiare di notte, così il bambino dorme e in ogni caso sono minori gli stimoli visivi che possono causare mal di viaggio.
Inoltre, è bene prendere alcune precauzioni per prevenire o attenuare i sintomi:
- collocare il bimbo nella parte più stabile del veicolo o il più vicino possibile al baricentro: nella zona centrale della nave, sui sedili anteriori dell’auto (quando l’età lo consente), in corrispondenza dell’ala dell’aereo;
- fare in modo che guardi davanti a sé, mai lateralmente, limiti i movimenti del corpo e della testa ed eviti di osservare punti in movimento fuori dal veicolo. In auto deve essere assicurato al seggiolino, così come in aereo (esistono seggiolini di vario tipo messi a disposizione dalle compagnie, come il “baby coat”, per i piccoli fino a sei mesi, e l’“infant seat”, per i bambini fino a due anni). In treno dovrebbe viaggiare seduto con il volto verso la locomotiva;
- offrirgli, durante il viaggio, piccoli e frequenti pasti, a base di alimenti secchi (grissini, pane, cracker), limitando le bevande;
- garantirgli un continuo ricambio d’aria: basta aprire leggermente il finestrino dell’auto o del treno, la bocchetta di areazione dell’aereo oppure fare una passeggiata sul ponte della nave;
- sospendere il movimento quando possibile (chi viaggia in auto dovrebbe fare una sosta).
Se il piccolo si sente particolarmente male, va fatto distendere e riposare e gli si devono offrire piccoli sorsi di acqua fresca.
Solo nei casi più seri e quando tutto il resto non funziona può essere utile somministrare al bimbo farmaci specifici, su prescrizione: confetti masticabili (non più di due al giorno) di dimenidrinato, un antistaminico, o cerotti medicati a base di anticolinergici da applicare dietro l’orecchio almeno due ore prima del viaggio. Esistono anche rimedi alternativi: polsini che premono su un punto del braccio che, secondo la medicina cinese, attenua nausea e vomito; gomme di zenzero da masticare o oli essenziali da inalare. La loro efficacia, però, non è tuttora ben codificata e sembra dipendere da caso a caso.
In vacanza col bebè: il jet-lag
Le variazioni del fuso orario possono disorientare i bambini che devono affrontare lunghi viaggi in aereo e che potrebbero fare i conti con insonnia, giramenti di testa, stanchezza, nausea, inappetenza, malumore, senso di disorientamento, difficoltà di concentrazione, mal di testa, senso di malessere, irritabilità, problemi gastrointestinali.
Che cosa fare
L’ideale è scegliere un volo che riduca al minimo la perdita di sonno; inoltre, è importante cercare di regolare i ritmi sonno-veglia su quelli del paese di destinazione, cominciando già in volo, facendo addormentare il bambino quando anche in aereo si spengono le luci: si può eventualmente somministrare al piccolo qualche goccia di melatonina, su prescrizione del pediatra, prima dell’ora di addormentarsi. Giunti a destinazione, inoltre, è bene adeguare subito i ritmi del bimbo a quelli dell’orario locale, mettendolo a letto se è sera, tenendolo sveglio se è giorno.
In vacanza col bebè: il mal d’orecchie
I viaggi in aereo non sono controindicati ai bambini, anche ai più piccoli, se non hanno particolari problemi di salute. Durante la fase di decollo e di atterraggio, però, i cambiamenti di pressione atmosferica causano cambiamenti di pressione all’interno dell’orecchio che, nei bambini, in genere determinano un dolore alle orecchie (otalgia) acuto anche se passeggero.
Che cosa fare
Per risolvere il problema è importante stimolare la deglutizione; in questo modo si aiuta la compensazione della pressione nell’orecchio. Occorre, quindi, nella fase di decollo e di atterraggio, far bere o succhiare il bambino (a seconda dell’età). Le hostess usano anche un altro stratagemma efficace: mettere un fazzoletto bagnato d’acqua calda in un bicchiere di carta e usare lo stesso bicchiere come coppetta intorno all’orecchio.
In vacanza col bebè: il caldo eccessivo
I bambini, soprattutto i più piccoli, hanno meno difese contro il caldo perché il loro sistema di termoregolazione non è ancora ben efficiente. Durante un viaggio d’estate, quindi, possono rischiare di incorrere in:
- disidratazione: conseguenza dell’eccessiva sudorazione, si manifesta con sete, stanchezza, vertigini, palpitazioni, ansia, secchezza delle mucose;
- insolazione: conseguenza dell’azione diretta e prolungata dei raggi solari sul capo (quindi il rischio è maggiore se si viaggia in nave o in auto). Il corpo si surriscalda e compaiono mal di testa, nausea, vertigine, vomito, febbre alta, stanchezza, fino, nei casi più seri, perdita di conoscenza;
- colpo di calore: conseguenza dell’eccessiva temperatura e umidità, determina irrequietezza, ronzii agli orecchi, pelle calda e congestionata, mal di testa, aumento della frequenza del respiro, battito cardiaco disordinato, blocco della sudorazione e, nei casi più seri, blocco della circolazione.
Che cosa fare
Prima di tutto è bene viaggiare di notte o comunque non nelle ore più calde della giornata. In nave, durante le ore di sole, è preferibile tenere all’ombra il bambino e in ogni caso fargli sempre indossare un cappellino, occhiali da sole e creme solari protettive. In treno è bene viaggiare con le tende abbassate per evitare i raggi diretti del sole, così come in auto è utile ricorrere alle tendine parasole.
Quando possibile, meglio preferire l’uso dell’aria condizionata mantenendo la temperatura a circa 24-25°C.
Se sopraggiungono sintomi di disidratazione, insolazione o colpo di calore, è bene portare il bambino subito in un luogo fresco, ombroso e possibilmente ventilato, bagnare il corpo e offrirgli bevande fresche ma non fredde. Nei casi più seri, meglio contattare il Pronto Soccorso.
In vacanza col bebè: il colpo d’aria
Un eccesso di aria condizionata o l’esposizione a correnti dirette durante il viaggio possono causare un abbassamento delle difese naturali. L’aria condizionata inoltre secca le mucose e può irritare la gola. Questo può esporre il bambino a mal di gola e raffreddore. La corrente può anche infiammare il timpano e favorire otiti. Inoltre, colpiti dalla corrente di aria, i muscoli si irrigidiscono e possono comparire mal di pancia e torcicollo.
Che cosa fare
Quando si viaggia con l’aria condizionata, in auto va tenuta a una temperatura inferiore di massimo 5 gradi rispetto all’esterno, evitando che la corrente colpisca direttamente il bambino. Inoltre, una ventina di minuti circa prima dell’arrivo è utile cominciare a diminuire l’aria fresca in modo che il piccolo non sia sottoposto ad uno sbalzo termico.
Dove la temperatura dell’aria condizionata non può essere modificata a scelta, come in aereo o in treno, o dove si può essere esposti al vento, come in nave, è utile vestire il piccolo un po’ di più di quanto non siano vestiti gli adulti, e a strati. Per esempio sull’aereo è sempre meglio fargli indossare pantaloni lunghi e maglietta a maniche lunghe.
In vacanza col bebè: non deve annoiarsi
L’irritabilità del bambino è un problema con cui ci si può scontrare durante il viaggio, se si annoia o si stanca, ma va quanto più possibile evitata, perché un bimbo irritato diventa difficile da gestire, dorme meno e avverte con maggiore forza eventuali disagi fisici. Fondamentale, quindi, quando si è in auto, fare delle soste appena possibile per bere qualcosa e far sgranchire le gambe ai bambini, che non sopportano lunghi periodi di immobilità. In treno, in aereo o in nave, si può lasciare passeggiare il bimbo di tanto in tanto, quando e dove è permesso, facendo attenzione a che non incorra in pericoli. Infine, è bene avere con sé giochi, libri, musica per distrarlo, e acqua o altre bevande per calmarlo.