È un vero e proprio fenomeno che invade le nostre regioni.
Parliamo dell’abbandono di animali esotici da parte di avventati cittadini che, passata l’euforia per l’acquisto dell’animale “strano”, e a volte anche proibito, se ne liberano abbandonandolo dove capita.
Nella maggior parte dei casi l’animale muore, ma può capitare che sopravviva e si adatti all’ambiente con gravi danni per la fauna locale.
Molte le specie coinvolte: dall’iguana, ai gufi, ai pappagalli, ma anche pitoni, boa, tartarughe Trachemys, oltre purtroppo ai tradizionali animali domestici come cani e gatti.
Le cause dell’abbandono
Le cause si conoscono bene: all’inizio c’è l’entusiasmo per l’animale, la curiosità e, in taluni casi, la voglia di mostrare agli amici un animale “particolare”.
Ma poi subentrano le difficoltà, la fatica di prendersi cura di un animale che, nel caso provenga da ambienti molto diversi, mal si adatta al clima delle nostre abitazioni e ha quindi bisogno di attrezzature e cure specifiche.
E allora si comincia a trascurarlo, si dimenticano aperte le teche in cui li abbiamo rinchiusi o peggio li si abbandona dove capita.
“La sola cosa da fare, se ci si imbatte in un animale abbandonato” dice la dottoressa Francesca Manzia, responsabile del Centro recupero della fauna selvatica della Lipu di Roma, “è telefonare alla più vicina associazione ambientalista o animalista come la LIPU o l’ENPA per l’identificazione dell’animale e per avere consigli su cosa fare, oppure contattare direttamente il Corpo forestale dello Stato che istituzionalmente si occupa del commercio di animali esotici”.
Le normative per la detenzione di animali esotici
Esistono infatti normative precise che regolano la detenzione degli animali e stabiliscono quali di essi sono in regime di libero commercio, quali necessitano di una documentazione che ne certifica la nascita in cattività e quali invece sono assolutamente proibiti.
“L’elenco è molto lungo, sia per gli animali esotici proibiti sia per quelli che richiedono una documentazione all’atto di acquisto” continua la dottoressa Manzia, “in generale, però, tutti gli animali selvatici italiani, cioè quelli che vivono liberi in natura, dal passero all’aquila reale, dal riccio alla tartaruga sono protetti dalla legge (legge n°157/92) ed è quindi vietata la detenzione a qualsiasi scopo”.
Mentre per gli animali commerciabili, provenienti da tutto il mondo (esotici), esiste dal 1973 una convenzione internazionale, firmata a Washington, denominata CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), che stabilisce quali animali possono essere commercializzati e con quali limitazioni.
In realtà, nelle case degli italiani, sono ospitati una grande varietà di animali: furetti, conigli, piccoli roditori, uccelli, rettili, anfibi e pesci.
Secondo dati recenti, il coniglio è il terzo animale da compagnia dopo cane e gatti, mentre tra gli animali esotici troviamo: le tartarughe d’acqua dolce (1.000.000), i roditori (500.000), le iguane (50.000), i pappagalli (20.000), i serpenti (10.000).
Immagine copertina di Lukas https://www.pexels.com/it-it/foto/iguana-verde-su-brown-branch-closeup-photo-1309087/