
Di solito siete voi donne a scrivere. ‘In confidenza’, vi raccontate un sacco di storie, vi date manforte. Scommettiamo che non mi risponderà? Qualcosa però gliela voglio dire ugualmente : non siete le vittime che volete dare a vedere. Con i vostri piagnistei, con quegli occhi da cerbiatte in difficoltà, sapete solo metterci in catene.
In breve la mia storia: quattro anni fa incontro Gloria. Bionda, sottile, un viso d’angelo. Sembrava così dolce, tenera, una bimba da amare e proteggere.
Mi incantava, con i messaggini, i piccoli pensieri che lasciava ovunque. Mi riempiva di coccole, mi viziava, mi stirava le camicie.
I miei amici mi invidiavano, dicevano che avevo fatto bingo.
Per un po’ l’ho pensato anch’io poi, per fortuna, ho aperto gli occhi.
Gloria non è una donna ma una zecca.
Impossibile liberarmene : è onnipresente, onnisciente, appiccicosa più della resina che cola dai pini marittimi.
Ha quattro orecchi, sei occhi, dodici piedi. Sente tutto, anche i bisbigli, vede ogni cosa, è dappertutto, anche quando non te l’aspetti.
Mi toglie il fiato, non mi fa respirare, mi soffoca! Altro che coccole!
Pur di liberarmene partirei per la legione straniera.
Le peggiori manette però sono fatte di vento, si chiamano rimorso.
Sei mesi fa l’ho lasciata e lei è finita all’ospedale. Non mangiava più, non dormiva più, ne ha fatto una vera e propria malattia.
<Se non torni muore>, mi ha detto sua madre, al telefono, perentoria.
E io mica sono un bastardo.
Il prigioniero, Formia
Credevi non ti rispondessi, caro ‘prigioniero’, e invece eccomi qui.
Prigioniero …
La storia lo insegna, persino da Alcatraz, il carcere di maggiore sicurezza californiano, qualcuno è riuscito a fuggire.
Uno psicologo potrebbe dirti che la dolce Gloria in realtà è una ricattatrice autopunitiva. Significa che la ragazza sa bene come far leva sulla tua compassione, anche a costo di danneggiare la sua salute e felicità.
Però, caro amico, anche tu non me la racconti giusta.
Perché un ricatto si compia i soggetti attivi devono essere due. Se lei è carnefice tu partecipi al gioco, come vittima consenziente.
Avresti tutto il diritto di definire la tua posizione e fare chiarezza.
In teoria, e la lettera è molto chiara in questo senso, non ne puoi proprio più. Sembri alla frutta, però stai lì, accetti il ricatto.
Cosa vuoi che ti dica? Il protrarsi di questa storia non fa bene né a te né a lei.
Non può portarvi a nulla questo teatrino.
Non c’è bisogno che ti arruoli alla legione straniera e credo che nemmeno il voto di castità sia una buona idea.
Toglietevi la maschera e guardate negli occhi la verità.
Questo gioco al massacro non vi giova.
Elvia Grazi, giornalista, autrice del Romanzo Lasciami contare le stelle