Lo scaffale di luglio 2024
Buone vacanze con Lo scaffale di luglio 2024.
Durante le vostre passeggiate non scordate di osservare i giardini in fiore di luglio, dove trionfa la speronella.
E’ un fiore che cresce in ambienti difficili e rappresenta la forza e la determinazione; simboleggia l’entusiasmo e l’apertura di cuore, nonché leggerezza e spensieratezza.
Miran Bax, Notte isterica, Morellini editore
Torino 2011, baracche e roulotte rom date alle fiamme: è finita così, con un campo nomadi incendiato, la fiaccolata organizzata a Torino per esprimere solidarietà alla ragazzina di 16 anni che ha denunciato di essere stata violentata da due zingari mentre stava facendo rientro a casa.
Una violenza che, però, non è mai avvenuta: in serata, infatti, la presunta vittima dello stupro ha ammesso di essersi inventata tutto.
Da questa bugia parte la storia ispirata a questo fatto di cronaca, narrata attraverso i racconti in prima persona di quattro personaggi.
Mara ha sedici anni, è innamorata di Giuseppe e racconta la tanto attesa “prima volta”. Quando confida al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari, lui e alcuni amici organizzano una fiaccolata di solidarietà, con l’idea di radere al suolo il campo nomadi.
E mentre Debora, che ha assistito all’incendio dalla finestra di casa, deve fare i conti con la sua salute psichica, Steve, originario dell’Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l’operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero.
Una lucida analisi del mondo contemporaneo, spietato, razzista e sempre pronto a giudicare.
Claire Lombardo, Così com’è sempre stato, Bompiani
Julia sa da sempre che qualcosa dentro di lei non funziona come dovrebbe, o come gli altri si aspettano: le ragioni stanno in parte nell’infanzia con Anita, la madre dura e distratta che l’ha avuta giovanissima; poi sono venute le scelte dettate dall’impulso e dal dispetto, i vent’anni navigati senza una rotta, tra mille lavori casuali e legami altrettanto casuali.
Infine Julia ha incontrato il solido, sereno, affidabile Mark, che l’ha amata tutta, così com’era.
Ha avuto Ben, e ha cominciato subito a chiedersi cos’era quell’amore smisurato e incomprensibile, così forte da farle perdere l’equilibrio, per un essere minuscolo, e la voglia di scivolar via qualche volta è stata più forte di tutto.
E poi è successo qualcosa, che le torna vivido alla memoria quando facendo la spesa per la festa dei sessant’anni di Mark incontra Helen Russo, la bella signora ricca, elegante, stravagante ma solida che anni prima l’ha accolta nella sua grande casa e le ha fatto posto nella sua vita.
Julia si è come innamorata di lei, dell’isola di pace che rappresentava nella sua vita dominata dall’incertezza e dalla placida tirannia di Ben. E ha corso un rischio enorme.
La Julia di oggi sembra avere tutto, proprio come Helen anni prima: una bella casa nei sobborghi, un marito che la adora, due figli – dopo Ben, che ora è un giovane uomo, è arrivata Alma, con i suoi alti e bassi da adolescente assertiva.
Eppure la memoria chiama, impone il confronto a lungo rimandato con Mark, con la madre, con i figli, ma prima di tutto con se stessa.
Ingrid Ovedie Volden, Una canzone stonata, Beisler Editore
Un romanzo d’amore destinato alle lettura estive degli adolescenti.
Da quando Aline e Oliver frequentano la stessa scuola, nella stessa classe, non si sono mai scambiati una parola.
Lui è alle prese con la separazione dei suoi, lei vuole tornare nella città dove abitava prima.
Un giorno il padre di Oliver ha un infarto e finisce nel reparto di cardiologia dell’ospedale: forse il suo cuore si è spezzato per il mal d’amore. Mentre Oliver è da suo padre, ecco che arriva Aline. Deve fare una ricerca sul cuore umano ed è venuta a documentarsi.
Quello che la quotidianità e la consuetudine non hanno generato, nasce in un luogo di cura. In un’esplosione di sentimenti e di emozioni mai provati prima, Aline e Oliver si innamorano. Ma Oliver sa che il loro amore dovrà restare segreto, al sicuro dalle chiacchiere e le stupide risate dei suoi compagni di scuola.
Non è facile proteggere un segreto, i malintesi sono dietro la porta e ci vuole un attimo per perdersi. E poi cosa accadrà quando il papà di Oliver tornerà a casa? Sarà guarito? Ma i cuori spezzati si aggiustano? Esiste una medicina, una colla antica come il mondo. Si chiama musica, non appiccica, è magica e restaura. E porta felicità. Basta volerlo.
Enrico Mannucci, Ombre, Neri Pozza editore
Nella seconda metà del Novecento italiano, la reputazione di due fra i “Padri della Patria” repubblicana viene messa in discussione da altrettante lettere, entrambe apparentemente autografe, entrambe foriere di lunghe e velenose polemiche.
Per Alcide De Gasperi si tratta di un messaggio che, nel 1944, avrebbe spedito agli inglesi dal rifugio in Vaticano perché non esitassero a bombardare Roma, in modo da convincere la popolazione italiana dell’abisso in cui il fascismo la stava precipitando. Il tribunale di Milano, però, lo giudica un falso.
Per Palmiro Togliatti, il caso nasce dalla corrispondenza – conservata negli archivi moscoviti e recuperata nel 1992 – con un compagno di partito rifugiato in Unione Sovietica.
Il leader comunista suggerisce di trascurare il destino dei prigionieri dell’Armir perché la loro disgrazia incentiverà la Resistenza.
Questa lettera, invece, è indubbiamente autentica, però la versione riprodotta in Italia contiene alcune grossolane deformazioni rispetto all’originale russo che ne annulleranno, in pratica, l’importanza storico-politica.
La «colpa» è la medesima: stimolare l’opposizione al fascismo grazie al sangue versato dai connazionali. Analogamente disastrose – seppur diverse – le conseguenze sugli artefici degli scoop. Notevole l’impatto sulla scena politica nazionale di entrambe le lettere. Anche perché ne viziarono l’interpretazione le manovre connesse alle imminenti elezioni presidenziali.
Seishi Yokomizo, Il detective Kindaichi e la maledizione degli Inugami, Sellerio
Kindaichi Kosuke, detective di fama tutto logica e conoscenza della natura, viene avvisato per lettera che una tragedia sta per travolgere l’illustre famiglia degli Inugami.
Kosuke si precipita a Nasu, paesino tra le montagne giapponesi in riva a un idillico lago. È il 1949 e lì, nel suo palazzo, è appena spirato il magnate d’industria Inugami Sahee, il re del tessile.
Attorno al letto di morte sta raccolta la folla degli eredi, divisi da odi reciproci: le tre figlie, avute da donne diverse, e i loro tre figli, nipoti del vecchio. E la bella amatissima Tamayo, che però non ha legami di sangue con gli Inugami, è la nipote del prete shintoista che accolse Sahee quando era un giovanissimo vagabondo, misero e senza futuro.
Il testamento del patriarca sgomenta tutti: la guida dell’impero industriale andrà a Tamayo a condizione che sposi uno dei tre nipoti; in caso di morte della giovane, invece, gran parte del patrimonio spetterà a un figlio segreto, e solo la parte restante ai nipoti.
È come una sentenza, una maledizione: omicidi rituali, segnati dai tre simboli del casato – l’ascia, il koto e il crisantemo -, eliminano i pretendenti, personaggi oscuri si muovono per il paese, le identità di ciascuno si celano e si confondono.
In questo ginepraio, Kindaichi – che è basso, trasandato e un po’ buffo, ma che brilla per doti deduttive – esplora piste sempre diverse, abbraccia e abbandona ipotesi di colpevolezza che improvvisi cambi di scena smentiscono. Mentre odio, invidia, onore ferito si mescolano sotto i suoi occhi in un amalgama melmoso.
AA. VV.( a cura di Beppe Mecconi), Giallo come il golfo, Gammarò/Oltre
Dodici luoghi in cerca d’autore, dodici mesi in cerca di voce.
Ma anche dodici penne che hanno dipinto nelle varie sfumature del giallo posti troppo belli per non essere usati anche per ambientarvi racconti di questo colore.
Creati dalla fantasia delle autrici e degli autori, oppure ispirati a fatti di cronaca, ogni mese dell’anno fa da cornice a storie che si muovono nei paesi e nelle vie del Golfo del Tigullio in Liguria.
Federica De Paolis, Da parte di madre, Feltrinelli
Allegra ed entusiasta, oppure malinconica e afflitta. Bellissima e fragile, con lo sguardo appena velato da “certi pensieri soffocati”: così Federica racconta sua madre, la “fantasmagorica mamma bionda” dai gesti istrionici, dal portamento elegante e disinvolto attraverso cui traspare, in filigrana, un’irrimediabile insicurezza.
L’autrice scava nella memoria per comporre il ritratto tenero e disincantato di una donna tutta luci e ombre, e al tempo stesso un tagliente spaccato di famiglia incorniciato nell’ambiente borghese di Roma. Con il suo sguardo di figlia, tra lo struggente desiderio di emulazione e la ricerca della propria identità, osserva la madre e la decostruisce.
La rivede regina e poi schiava dei suoi amori – amori sghembi, fatti di assenza, desiderio, euforia e negazioni. La rivede madre e donna, modello e poi gabbia da cui liberarsi.
E’ la storia di un legame indissolubile, di scelte sofferte, della vita che ti prende e ti trascina via ma alla fine ti riporta lì dove tutto ha avuto inizio: la prima casa, tua madre.
Maurizio Gianotti, LA TV SENZA LA TV. La piazza globale attraverso il web, Armando editore
La TV senza la TV? racconta gli esperimenti che, a partire dai primi anni 2000, Maurizio Gianotti ha fatto per realizzare programmi televisivi in diretta attraverso il web.
Per molto tempo c’è stata diffidenza. Poi con la pandemia c’è stato un grande cambiamento. Bloccati in casa dal lockdown molti, per continuare a realizzare programmi, si sono dovuti collegare dalle proprie abitazioni.
È arrivata così la sinergia tra TV e web.
Nicola Gardini, Io sono salute, Aboca edizioni
Dopo essere stato accanto fino all’ultimo istante al marito l’autore ha deciso di continuare a indagare la salute e la malattia condividendo con i lettori il percorso fatto negli ultimi vent’anni, in privato e in pubblico, non solo come marito, ma anche come figlio, come amico e come scrittore, con l’intenzione di aggiungere qualche spunto utile a concetti troppo spesso elusivi e controversi, nella speranza di essere di conforto per qualcuno e magari di ispirazione per altri.
Gardini ha imparato a riflettere sulla malattia in termini linguistici e poetici leggendo Tucidide, Lucrezio e Virgilio; dal Decameron ha appreso che la letteratura è ricerca della salute.
Studiando le biografie di Baudelaire e Nietzsche si è poi accorto che la loro sifilide era tanto degna di attenzione quanto le loro opere, illuminato dal pensiero che la malattia non impedisce agli esseri umani di essere grandi, che appartiene alla loro vita, che è vita a sua volta.
La letteratura parla sempre di salute perché si preoccupa di spiegare la forza e la debolezza dell’essere umano, di ogni individuo umano e gli scrittori, in quanto creatori di immagini e di concetti, hanno il dovere di liberare l’esperienza individuale da tutte le spersonalizzazioni dei protocolli medici e dalle semplificazioni oppositive vita/ morte e salute/malattia, dandosi il compito di rimettere al centro di qualunque discorso l’originalità e la particolarità di ciascun soggetto umano, risolvendo così, in una nuova armonia, l’apparente conflitto tra morte e vita.
Milena Palminteri, Come l’arancio amaro, Bompiani
Tre protagoniste straordinarie fronteggiano la sfida più grande: trovare il senso del proprio essere donne in un mondo che vorrebbe scegliere al posto loro.
Nardina, dolce e paziente, che sogna di laurearsi ma finisce intrappolata nel ruolo di moglie.
Sabedda, selvatica e fiera, che vorrebbe poter decidere il proprio futuro ma è troppo povera per poterlo fare.
Carlotta, orgogliosa e determinata, che vorrebbe diventare avvocato in un mondo dove solo i maschi ritengono di poter esercitare la professione.
E un segreto, che affonda nella notte in cui i loro destini si sono uniti per sempre.
Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, Sabedda, Nardina e Carlotta lottano e amano sullo sfondo di un mondo che cambia, che attraversa il Fascismo e la guerra, che approda alla nuova speranza della ricostruzione. Per ciascuna di loro, la vita ha in serbo prove durissime ma anche la forza di un amore più grande del giudizio degli uomini.