Art & Show-Vinci e il museo di Leonardo. Il genio è in mostra
Con la sua storia ultradecennale, il museo di Leonardo a Vinci, in provincia di Firenze, offre una presentazione degli studi di Leonardo rigorosa, comprensibile e contestualizzata nel Rinascimento. La collezione, alla cui realizzazione hanno collaborato istituzioni di ricerca e dipartimenti universitari nazionali e stranieri, tra cui il Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali di Firenze, affianca la ricostruzione dei modelli con animazioni digitali e applicazioni interattive, con l’obiettivo di offrire un approfondimento non solo della tecnologia meccanica di Leonardo, ma anche dei suoi studi scientifico-tecnici, di architettura e di ingegneria civile. E non solo di Leonardo, ma di artisti, architetti ed ingegneri suoi contemporanei, in modo da offrire una presentazione storicamente più esatta di debiti, meriti ed originalità del ‘genio’ di Vinci.
Il percorso espositivo inizia in Palazzina Uzielli, affacciata sulla suggestiva Piazza dei Guidi ad di Mimmo Paladino, in cui troviamo le sezioni delle macchine da cantiere, delle macchine della manifattura tessile e degli orologi meccanici. I modelli delle macchine da cantiere documentano l’interesse di Leonardo per il più importante cantiere della Firenze del Millequattrocento, quello per la cupola del duomo, del quale egli fu spettatore durante il suo apprendistato presso la bottega del Verrocchio, mentre i modelli del telaio meccanico o de battiloro rivelano un’ambizione leonardiana poco nota: quella di rendere meccanico il processo della manifattura tessile.
Nella vicina sede del Castello dei Conti Guidi, sede originaria della collezione, le sale medievali del piano terreno ospitano la sezione delle macchine da guerra con gli studi di Leonardo sulle tecniche di fusione delle artiglierie. Nella lettera di presentazione a Ludovico il Moro, scritta per trovare credito come ingegnere in una delle corti importanti della penisola italica, Leonardo si dice capace di realizzare bombarde, mortai e passavolanti di “bellissime et utili forme, fori del comune uso”. Una parte della sala è destinata invece allo sviluppo ulteriore della collezione ed ospieterà a breve una sezione sull’architettura ed ingegneria civile.
Il modello della grande ala battente fa da cornice alla sezione del volo, alloggiata nella Galleria dove sono esposti i modelli più noti della meccanica leonardiana come la macchina volante, proposta anche nella versione a propulsione meccanica, lo studio di ala e la celeberrima vite aerea considerata il prototipo del moderno elicottero. Nella Galleria si vedono anche gli strumenti e i cinematismi: lo strettoio per l’olio, la perforatrice, il ventilatore, l’equalizzatore e, in particolare, i meccanismi per il movimento delle campane disegnati da Leonardo nel Codice Atlantico e nel Codice di Madrid I, straordinariamente somiglianti a quelli esistenti nella quattrocentesca campana della cattedrale St.Etienne di Metz in Francia.
Nel Museo di Leonardo, al primo piano, nella Sala del Podestà, dove è conservata una splendida terracotta policroma del 1523 attribuita a Giovanni Della Robbia, è accolta la grande gru girevole a piattaforma anulare, riprodotto in scala 1:2, progettata da Brunelleschi per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore che rimanda alla storia delle macchine da cantiere, ampiamente documentati nelle sale di Palazzina Uzielli. Il visitatore giunge poi di fronte al modello della bicicletta di Leonardo, e con esso di fronte anche ad un curioso interrogativo: 1818 o 1503 ? Il singolare disegno della bicicletta, scoperto tra due fogli incollati del Codice Atlantico solo nel 1965, è sempre stato oggetto di discussione. Alcuni ritengono infatti che il modello sia stato disegnato intorno al 1503 da un allievo di Leonardo mentre una parte della critica sostiene che il disegno sia invece di epoca moderna, se non addirittura un’interpolazione recente, compiuta nel periodo del restauro degli anni 60’ del Novecento. In questo caso l’invenzione della bicicletta non potrebbe che risalire al primo modello del 1818 ad opera del barone tedesco Karl von Drais di Sauerbon.
Nella stessa sala della bicicletta è esposto anche il modello del carro automotore, un carro semovente azionato con un dispositivo a molla noto come “l’automobile di Leonardo”.
La sala dell’ottica documenta l’interesse di Leonardo per l’ottica fisica e i suoi studi intrapresi per risolvere problemi legati alla rappresentazione pittorica di figure tridimensionali. Tra i contenuti della sala gli esperimenti di Leonardo sui fenomeni della rifrazione e della riflessione, sull’impiego di “lenticchie” di vetro per migliorare la visione e anche una camera oscura dove sperimentare l’effetto della proiezione dell’immagine capovolta.
Il percorso di conclude con la Sala delle acque in cui sono documentati gli studi di Leonardo sul movimento nell’acqua con particolare riferimento alla navigazione fluviale. La navigazione fluviale è stata infatti nel Medioevo e nel Rinascimento una delle più importanti modalità di trasporto. L’Arno, come via di collegamento tra il porto fluviale di Pisa e Firenze, fu ampiamente sfruttato nel Quattrocento per il trasporto di marmi dalle cave della costa ai cantieri fiorentini, e sollecitò tecnici e istituzioni riguardo alle possibilità della navigazione controcorrente.
Il Museo di Leonardo si presenta al grande pubblico come un centro di documentazione in cui l’esperienza del Leonardo ingegnere, architetto e scienziato, e più in generale la tecnica del Rinascimento, sono documentate con ampiezza e rigore scientifico, tramite una pluralità di modalità comunicative e le numerose attività di approfondimento proposte dalla Sezione didattica del Museo.
Vinci, il borgo che dette i natali a Leonardo, merita una visita attenta per la sua bellezza e per le atmosfere suggestive che riese a sprigionare. Immersa in una campagna verdissima, tra vigne ed oliveti che regalano ottimo vino e olio pregiato, Vinci è situata sulle pendici del Montalbano, incantevole massiccio collinare tra le province di Firenze e Pistoia, a breve distanza dalle maggiori città d’arte della regione (Firenze, Pisa, Pistoia, Lucca e Siena).
Attraverso l’attività storica e permanente della Biblioteca Leonardiana e del Museo Leonardiano, la città di Vinci è divenuta un centro culturale di livello internazionale per la ricerca e la divulgazione al grande pubblico dell’opera leonardiana. Al pari dell’eredità di Leonardo, Vinci vanta anche la bellezza di un paesaggio naturale suggestivo e ancora intatto, la qualità eccellente dei prodotti agroalimentari, che la iscrivono a pieno titolo al Movimento Città dell’Vino e alle città dell’olio italiane, la cultura dell’ospitalità, riconosciuta anche con il marchio Bandiera Arancione del Touring Club italiano. Un borgo autentico, quasi fuori dal mondo, che da tutto il mondo attrae ogni migliaia di viaggiatori
Nato come possedimento dei Conti Guidi nella prima metà del XII secolo, il Castello di Vinci passò sotto il dominio fiorentino tra il 1254 e il 1273, fu trasformato in Comune e a partire dal 1372 divenne sede di un podestà inviato da Firenze. A Vinci, in località detta Anchiano, Leonardo nacque il 15 aprile 1452 e trascorse gli anni della fanciullezza: al suo genio universale sono intimamente legati i luoghi più suggestivi della città.