Demenza, toccare le tele in un museo può far bene

Demenza, toccare le tele in un museo può far bene

Al fine di migliorare la qualità della vita e il senso di benessere delle persone affette da demenza, sono efficaci interventi psicosociali legati all’arte: lo si è stabilito alla luce di numerosi studi. A livello psicologico può far bene partecipare ad attività che si svolgano in un museo e in particolare toccare le tele.

Come si è svolta la ricerca

Di recente, ricercatori londinesi hanno posto sotto analisi l’impatto di due differenti sessioni museali sullo stato di benessere di persone con demenza e dei loro familiari, prendendo in considerazione 66 soggetti in totale. Il titolo dello studio è “Museum activities in dementia care: using visual analog scales to measure subjective wellbeing”, cioè “Attività museali nella cura della demenza: usare questionari per misurare il benessere soggettivo”.

Affetti da demenza al museo, due attività proposte

Ai soggetti si è proposto di toccare con le proprie mani oggetti risalenti a svariate epoche storiche, oppure visitare le opere d’arte presenti nella galleria di un famoso museo inglese. Un piccolo rinfresco favoriva poi rilassatezza e socializzazione.

Affetti da demenza al museo, risultati di un questionario specifico

Un questionario specifico è stato sottoposto ai partecipanti prima e dopo lo svolgimento di ciascuna attività, rinfresco compreso: le sessioni museali hanno fatto riscontrare esiti positivi a livello psicologico. Si è visto che il benessere dei soggetti era in aumento dopo la partecipazione ad entrambe le attività artistiche. C’è di più: i risultati non erano altrettanto significativi dopo il rinfresco e il contestuale dialogo, né per quanto concerneva le persone affette da demenza, né per i familiari.

Toccare le opere e guardarle in un museo, perché funziona

I soggetti hanno avuto la possibilità di ammirare e di maneggiare capolavori storici: in questa maniera si sono potuti focalizzare sul qui ed ora e sulle proprie abilità residue, vivendo preziosi momenti di condivisione. Su questa falsariga dovrebbero essere sviluppati specifici programmi psicosociali, basati sull’arte e sulle attività museali, nella normale pratica clinica.

 

 

 

 

 

Immagine copertina di Leah Kelley https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-in-piedi-davanti-a-quadri-952588/

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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