Il cervello, una macchina meravigliosa che è tuttora avvolta nel mistero. Oggi, sappiamo che regola l’idratazione del corpo. Lo hanno scoperto i ricercatori della canadese McGill university e della statunitense Duke university. La scoperta riguarda una proteina che agisce sull’idratazione del corpo e quindi induce lo stimolo della sete, oltre a determinare la temperatura fisiologica. La notizia viene resa nota nell’ambito dei Cell reports, pubblica in Italia In a bottle. Quali risvolti clinici potrebbe avere la scoperta? Secondo gli studiosi, potrebbe essere utile nelle urgenze. Per esempio, se si determinano alti livelli di sodio, questi ultimi possono causare ritenzione di liquidi: di qui, si può arrivare all’insufficienza cardiaca o al trauma cerebrale. Proprio quando si verificano problemi simili, la proteina può essere utile. Lo afferma il dottor Charles Bourque, ricercatore della McGill university.
Lo Human brain project
Il cervello, proprio perché sarà complesso spiegare scientificamente l’immaginazione, la creatività, il genio, è al centro degli studi degli scienziati. Lo Human brain project è un grande progetto di ricerca, del costo di un miliardo di euro, condotto proprio sul cervello umano. La fase preliminare si concluderà ad aprile 2016 e la Commissione europea finanzierà l’iniziativa per altri tre anni, come si è impegnata a fare. Si proseguirà almeno fino al 2019 con finanziamento minimo pari a 89 milioni di euro l’anno.
Questa aggregazione di cervelli non è senza conseguenze. Scontri e polemiche hanno interessato la comunità scientifica in merito al progetto: un centinaio di ricercatori, minacciando il boicottaggio, aveva inoltrato a suo tempo una lettera ufficiale. Per archiviare questa situazione, i vertici dell’Human brain project sono stati riorganizzati, pochi mesi fa.
Secondo Wolfgang Marquardt, direttore del Julich research centre in Germania e capo della commissione che ha indicato le linee guida per riformare il progetto, “La sfida per lo Human brain project è quella di riguadagnare la fiducia del mondo scientifico e dell’opinione pubblica”.
Un dato importante: tra le ricerche prese in considerazione nello studio sul cervello sono state di nuovo incluse le neuroscienze cognitive.
Non sono mancati neuroscienziati coinvolti nella fase preliminare del progetto che si sono chiamati fuori dalla seconda fase. Queste le parole di Yves Fregnac, direttore dell’Unità di Neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs): “Il rapporto della commissione è stato un passo importante, ma è ancora presto per valutare il suo impatto: siamo scettici”. Sprizza entusiasmo da tutti i pori, invece, la neuroanatomista Katrin Amunts del Julich research centre. Secondo lei, è tra le mosse vincenti il proposito di concentrarsi su poche e selezionate funzioni cerebrali, come la memoria, la coscienza, il ciclo sonno-veglia e l’elaborazione delle informazioni visive. Nel viaggio verso il cervello della propria specie, l’avventura umana è appena agli inizi.