Rene policistico, agisce in seno alla famiglia

Rene policistico, agisce in seno alla famiglia

Si è celebrato oggi il decennale della fondazione dell’Airp onlus, Associazione italiana rene policistico. Parliamo di una patologia fino a pochi anni fa pressoché sconosciuta, sicuramente sottostimata e tardivamente diagnosticata, che colpisce entrambi i sessi, senza distinzione di razza o etnia. Si è assistito a un’azione coordinata dei gruppi di pazienti: essendo a carattere genetico, la patologia riguarda tutta la famiglia, poiché ognuno dei membri del nucleo viene posto nelle condizioni di sperimentarla in prima persona. A margine dell’evento abbiamo intervistato la presidente Airp Luisa Sternfeld Pavia. Queste le sue parole.

Potrebbe delineare alcuni dettagli della storia dell’Airp?

“La storia dell’Airp non è lunghissima. L’associazione è nata nel 2005, per iniziativa di Alessandra Boletta (direttore della divisione di Genetica e biologia cellulare presso Irccs ospedale San Raffaele a Milano) e grazie all’apporto di pazienti che avevano bisogno di informazioni relative ai reni ammalati. Il vero e proprio esordio c’è stato nel 2008, con l’aiuto di Telethon che ha curato la parte burocratica.

16420 chilometri sono stati percorsi per il Road show Airp, attuato dal 2010 in poi, in diciotto tappe in Italia, con un meeting in ogni città. Lo scopo è quello originario: informare il più possibile i pazienti, il supporto dei quali è lo scopo dell’associazione. Essi vivono, come appare chiaro, una vita difficile. Potrebbero aver ereditato la malattia: sono rari, infatti, i casi singoli, mentre nelle famiglie predisposte l’incidenza è del 50% per gravidanza. Dato che la malattia nella maggior parte dei casi ha colpito un parente, magari un genitore, si tratta di un percorso già vissuto in famiglia. Un percorso che prevede la dialisi e il trapianto”.

Si guarisce dal rene policistico?

Non si guarisce da questa malattia genetica, che resta in ogni caso nel Dna, non può essere estirpata completamente. Si trasmette, in sintesi, per via diretta. Dopo la dialisi, ci si mette in lista per il trapianto. I trapianti hanno un esito migliore rispetto a quanto avviene per gli altri trapianti di rene. Si asportano i reni ingrossati, che raggiungono dodici, tredici chilogrammi. L’asportazione permette di fare spazio ed evitare infezioni e complicanze.

E’ raro che la malattia colpisca altri organi?

In quasi tutti i casi la malattia colpisce altri organi: è quasi certo che si determini nel fegato, che si ingrossa ma non perde funzionalità, mentre si perde la funzionalità dei reni. Si verificano aneurismi, che si individuano con la tac, o la risonanza magnetica, con mezzo di contrasto, se si è accorti nel rilevarne la presenza. Il collegamento con la malattia è noto da quindici, diciotto anni. Pearson ne ha parlato nel corso del meeting. Per quanto concerne la mia famiglia, il collegamento è stato fatto troppo tardi”. Luisa Sternfeld è impegnata in prima persona in una lotta che la ha riguardata.

Ecco le risposte di Francesco Scolari, direttore sc di Nefrologia e Dialisi, presso ospedale di Montichiari, Ao spedali civili di Brescia, professore associato di Nefrologia all’Università di Brescia.

Questa malattia genetica non ha ancora una terapia medica per rallentare o arrestare la sua progressione: come è consigliabile agire a oggi?

Ad oggi, per il rene policistico non è disponibile una terapia in grado di modificare la storia naturale della malattia. La terapia è solo sintomatica, e si limita a curare segni e sintomi, quali dolore lombare, infezione delle vie urinarie, ematuria, ipertensione arteriosa, calcolosi. Inoltre, per alcune manifestazioni extrarenali rare della malattia, quali aneurismi dei vasi cerebrali e fegato policistico massivo, è necessaria una valutazione ed una gestione multidisciplinare.

Quali sono le novità in argomento al rene policistico, anche in termini di approcci terapeutici?

In tre aree, fra loro interconnesse, la ricerca medica ha prodotto significativi avanzamenti nell’ultimo decennio. La prima riguarda l’identificazione di alcuni meccanismi biologici che sottendono lo sviluppo e la crescita delle cisti. La seconda è una migliore comprensione della storia naturale della malattia, caratterizzata da uno sviluppo graduale e costante delle cisti, che determina un aumento del volume dei reni, si associa alle varie complicanze renali e precede di alcune decadi lo sviluppo di insufficienza renale. Queste acquisizioni rendono possibile l’impiego del volume renale come predittore di evoluzione della malattia renale, permettendo di identificare precocemente i pazienti suscettibili di trattamento. La terza area di innovazione è quella relativa alla terapia. Esistono oggi farmaci in grado di interferire con i processi biologici responsabili della crescita delle cisti, rallentando la crescita stessa e offrendo una efficace renoprotezione. Uno di questi farmaci, il Tolvaptan, è stato recentemente approvato da Ema e il dossier è attualmente all’attenzione dell’Aifa. Un altro farmaco promettente è la somatostatina, che richiede tuttavia ulteriori studi di conferma della sua efficacia, già in corso. E’ bene ricordare che questi farmaci non sono privi di effetti collaterali, motivo per cui il loro impiego richiederà da parte dei medici una attenta valutazione del rapporto rischi/benefici nel singolo paziente. Altre molecole infine sono oggetto di studio, e nei prossimi anni saremo in grado di valutarne l’efficacia.

Come riconoscere il rene policistico? Qual è la sintomatologia? Quali sono le fasce d’età più colpite?

Il rene policistico è una malattia genetica che riconosce una trasmissione autosomica dominante; questo significa che all’interno delle famiglie colpite si trasmette in modo verticale, da genitore a figli. Ogni figlio di un soggetto affetto ha un rischio del 50% di ereditare la malattia. Indagare i familiari delle persone affette è pertanto il modo più efficace per arrivare ad una diagnosi precoce, anche in fase pre-sintomatica. La metodica di diagnosi più impiegata è l’ecografia, che rivela la presenza di cisti in entrambi i reni e spesso anche nel fegato. Altre volte la sintomatologia tipica della malattia induce a fare accertamenti che svelano la presenza del rene policistico. I sintomi più frequenti sono una ipertensione arteriosa ad esordio precoce, attorno ai 30 anni; la comparsa di dolore lombare o addominale, sia acuto che cronico; l’improvvisa comparsa di ematuria macroscopica, dovuta a sanguinamento delle cisti; una calcolosi recidivante, specie da acido urico; episodi di infezione delle vie urinarie, a volte coinvolgenti le cisti. Queste complicanze renali compaiono usualmente fra i 20 e 40 anni, e precedono lo sviluppo della insufficienza renale.

Come si agisce quando il rene policistico colpisce anche altri organi?

Le manifestazioni extrarenali più importanti sono lo sviluppo di un fegato policistico sintomatico e il riscontro di aneurismi intracranici. Nel primo caso, il fegato aumenta molto di volume, comprime gli organi circostanti e determina dolore e tensione addominale, sazietà precoce, reflusso gastroesofageo, sopraelevazione del diaframma con restrizione dello spazio respiratorio e dispnea, ostruzione del flusso epatico venoso. L’approccio terapeutico è molto complesso, e varia da svuotamento delle cisti per via percutanea o laparoscopica, alla resezione epatica fino al trapianto di fegato. La valutazione di questi pazienti richiede una valutazione multidisciplinare con radiologi interventisti e soprattutto con chirurghi esperti di chirurgia epatica e trapiantologica. Per quanto riguarda gli aneurismi cerebrali, la nostra attenzione deve essere soprattutto rivolta ai pazienti che mostrano una storia familiare di aneurismi e di emorragia subaracnoidea. Anche per questa rara complicanza, che non deve essere ricercata di routine nei pazienti con rene policistico, la gestione richiede una collaborazione stretta con neuroradiologi e neurochirurghi.

Rene policistico, per concludere (ma non dissolvere l’attenzione)

Concludiamo con le parole di Luisa Sternfeld Pavia: “Auspichiamo che molti pazienti italiani presto possano beneficiare di queste nuove terapie in grado di concedere loro nuove speranze e concrete possibilità di migliorare la propria qualità di vita; per questo siamo particolarmente orgogliosi di aver realizzato un incontro, come mai accaduto prima in Italia, con i più illustri rappresentanti della comunità nefrologica internazionale e i maggiori esperti di questa malattia che domani esporranno i progressi della scienza medica, in un evento in cui al centro saranno i pazienti, i loro diritti, le loro preoccupazioni e le loro speranze”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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