Art&Show-Dottore mi fa male. Lui gonfia l’espansore e la sutura cede

scansione0007Qui, dopo. Viaggio con il biglietto di sola andata. Diario di Antonella Beretta, quarta parte. Per leggere la terza parte CLICCA QUI.

Martedì 8 ottobre

Oggi dimessa.

Lorenzo e Valentina mi vengono a prendere, a casa ci sarà per qualche giorno mia sorella che si occuperà di tutto.

Saluti, baci e abbracci, finalmente la libertà…Ma la libertà da cosa???

Il dolore è veramente forte e le pastiglie che mi hanno prescritto non fanno un grande effetto.

Non dormo, non mangio, non respiro, parlo solo se proprio necessario…mi fa male anche quello.

Mi chiudo nella mia camera dove mi organizzo come uno scoiattolo per l’inverno: sdraio, telecomando televisore (almeno mi aiuta a non pensare), montagne di pastiglie e gocce per il dolore e per tentare di dormire, e soprattutto il mondo fuori.

Domani cosa accadrà? Non lo so. Nessuno mi ha spiegato cosa dovrò affrontare da oggi.

Giovedì visita di controllo dal chirurgo:

– Ottimo signora, guardi che bella forma sta prendendo….

– Ma mi fa un male terribile, non lo voglio più tenere, mi può togliere l’ espansore?…

– Ma no, cosa dice signora, vedrà, prenda le pastiglie, passerà molto presto, il tempo che il muscolo ceda, poi lei è giovane, fanno dei lavori bellissimi sa? Avrà un bel seno…vedrà…

”Forse il muscolo sotto la pressione dell’espansore cederà, ma io non lo voglio tenere questo coso che mi strazia…me ne frego delle tette nuove, e poi a me piaceva anche quello che avevo prima, ora voglio solo non soffrire più, AIUTOOO”

Lunedì dal chirurgo plastico

– Bene signora allora oggi gonfiamo (l’ espansore n.d.r.), si sdrai.

”Gonfiamo? come, quanto, perché?”

Mi sdraio.

Mi buca sulla parte alta dell’ espansore, lì c’è una valvola, (ho scoperto): 10, 20, 30, 40, 50, 60 …

– Se sente male lo dica…

”Veramente a me fa sempre un male cane…”

70, 80 cc.

– Caspita sono saltati i punti…Signora è saltata la sutura, devo ridare dei punti…

”E li ridia, dottore, tanto non ho più la sensibilità tattile su tutta la ex mammella, sotto all’ascella e in parte del fianco…non l’avrò mai più.”

–  Ci vediamo lunedì prossimo per finire di gonfiare.

 Lunedì successivo

– Dottore mi fa veramente troppo male, sono stravolta…

– Hee si, signora, fa  male…

– Mi viene voglia di togliere tutto…

– Desiderio più che legittimo…ora si sdrai che finiamo di gonfiare. 10,20,30,40…Ok, siamo a 320 cc, ci vediamo tra 15 giorni per un controllo, mi raccomando faccia ginnastica per recuperare il movimento del braccio e ogni giorno dei massaggi sull’espansore per togliere l’edema e impedire che la tasca diventi troppo rigida e per dare elasticità alla pelle che è tesissima. Poi a fine gennaio fissi un appuntamento per preparare l’intervento di ricostruzione…

”Merda, ma se ti ho detto che voglio togliere tutto! Perché nessuno mi ascolta? Perché io non riesco a pretendere quello che voglio…ma io so quello che voglio? Che male, che male! AIUTOOO, mi toglie il respiro, sorella guida piano che non ce la faccio dal male…”

 È passato un mese e mezzo dall’intervento, ho perso 7 chili, sono stravolta dal dolore, dall’insonnia e dalla rabbia.

Ma sembra proprio che non interessi a nessuno.

Sono tutti contenti che io sia viva e che avrò due tette nuove, tutti pretendono di sapere meglio di me quello che è il meglio per me.

MERDA.

I ragazzi non sanno, a loro tengo nascosto il più possibile.

Sergio si è fissato che lui mi vede già nel “futuro” con le tette nuove e, secondo me, nel “presente” poco gli importa di quello che veramente io voglio e di quello che sto patendo.

Mia sorella è l’unica che, toccando con mano la mia terribile quotidianità, decide di aiutarmi a trovare una soluzione.

Finalmente un suo amico anestesista mi dà delle pastiglie adatte al mio dolore e andiamo a fare una visita da una chirurga donna…che si occupa di tumori e ricostruzioni.

Finalmente dopo un mese e mezzo trovo un po’ di pace del corpo e anche dell’anima.

Finalmente qualcuno mi ascolta, mi accoglie, mi consiglia su come affrontare una situazione ormai irreversibile.

Ginnastica, riposo e soprattutto tanta determinazione nel momento in cui dovrò decidere cosa fare del mio seno, sarò io a decidere e non il chirurgo, lo prometto.

I massaggi, ogni tanto, me li fa Sergio, io questo coso non lo voglio toccare, non è roba mia.

A questo punto sono in balia di me stessa…la rabbia è un sentimento che richiede tanta energia e ti consuma senza produrre nulla in cambio. E vorrei parlare di questa rabbia.

Uno dei punti viscerali del mio essere è l’autodeterminazione.

Detesto sentirmi obbligata, incastrata, bloccata. Ritengo sia un diritto inalienabile di ogni uno di noi di poter decidere per se stesso. Anche Nostro Signore ci ha dato il “libero arbitrio” tra il bene e il male…e io non debbo poter scegliere tra tetta sì e tetta no???

In nome di che cosa tutti ritengono che …ma si, vedrai, poi sarai contenta…e poi una donna senza seno!…quasi siano loro ad avere paura di guardare una donna per quella che è, seno o non seno!

E poi dobbiamo essere belle a tutti i costi, costi quel che costi!

E così inizio a pensare a quelle donne che non possono mostrare il viso, che non possono scegliere l’uomo con cui vivere, che vengono intimamente mutilate, che sono licenziate perché hanno un bambino, e la mia rabbia ingigantisce…diventa mondiale, comprende tutte le donne del mondo che per qualche motivo non hanno potuto scegliere.

Lo so, sembra eccessivo, ma è così che mi sento.

E penso alla vita dell’”apparire”, mi sento come un parco giochi per uomini…chi non tocca può sempre guardare…non sia mai che qualcuno si accorga che dietro a questa famosa tettina che non c’è più ci sono tutta “io”, corpo, mente, sentimenti. Io avrei voluto scegliere la vita dell’”essere”, per me tutti questi mesi sono sprecati nell’intento di ricostruire qualcosa che NON CI SARA’ MAI PIU’!

”E se provassi a convivere con questo coso? Così non posso andare avanti, mi viene voglia di buttarmi dalla finestra dalla fatica e dalla rabbia che devo sopportare, magari con lo shiatzu della mia amica, con i pilates e lo yoga riesco a riprendere il controllo della situazione…le  nuove pastiglie funzionano e mi danno dei momenti di tregua…”

Zzzt :”Ciao cara, mi ha fatto piacere saper che è andato tutto bene, se hai bisogno chiamami, un bacione. Emanuela”

Zzzt :”Come va? fratello”

Zzzt :”Come stai oggi? Valentina”

Zzzt :”Ciao pigrona, come va? Se hai bisogno noi ci siamo. Rita”

Zzzt :”Sono contenta per te, che sia andato tutto bene, Annamaria”

Zzzt :”E io trovo in te un esempio di donna coraggiosa e forte…ora molto stanca. Un abbraccio Leo.”

Zzzt :”Ciao come stai? Se vuoi chiamami. Barbara”

Zzzt :”Ciao antonella, immagino vada faticosamente bene, un abbraccio. Lucia”

Zzzt “Quando ti sarai rimessa da questo maremoto il sole tornerà a splendere, come il tuo sorriso, e tu sarai più bella che mai. Ho bisogno della mia antonella. Sergio”

Zzzt:”Ciao anto, volevo salutarti e mandarti un abbraccio, e dirti coraggio, ci vedremo presto. Lorella”

Zzzt:” Cara antonella ti mando un bacio, ti stringo forte, una dolce carezza al tuo cuore, ci manchi!quando vuoi io e Barbara ci siamo, tutti ci chiedono di te, a prestissimo. Luisa”

Zzzt:”Ciao guerriera come stai? Ci manchi tanto e ti penso spesso anche se cerco di non romperti le scatole. Posso chiamarti?con affetto. Giovanna”                                                              11

Zzzt:”Ciao ciuffo blu’, ho saputo che va meglio, tvb, Rita”

Zzzt:”Ciao Anto, spero che tu stai meglio, non ti ho dimenticata. Tina”

Zzzt:”Ti sono vicino. Ivano”

Zzzt:”Un raggio di sole, lo dedico a te. Elisabetta”

Antonella Beretta

In alto: Canto di rabbia. Fabrizio Michelucci

Il diario di Antonella continua domani su Il Font

 

 

 

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