Lifestyle – Lavoro, riforme e tutt'e due?

“E’ arrivato il tempo di ripensare una più efficace strategia politica per riportare la crescita, creare posti di lavoro e promuovere la coesione”. Nel documento che il governo italiano ha consegnato al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, il governo Renzi sottolinea la necessità di “incoraggiare le riforme strutturali a livello nazionale, perché sono il pilastro della nuova agenda politica europea” e il principale motore della crescita.

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Questo il pensiero diffuso nei palazzi del potere a fronte di un quadro – quello della situazione italiana – che appare a tinte fosche: infatti, il +0,8% in termini di sviluppo previsto dal governo per il 2014 sfuma definitivamente. Ecco i veri numeri: secondo l’Istat la “crescita” sarà dello 0%, mentre il tasso di disoccupazione sale al 12,6%, 0,5 punti in più rispetto a un anno fa. E scende l’inflazione, segno che i consumi restano deboli nonostante il bonus di 80 euro. A questo si aggiungono le richieste dell’Ue, circa il raggiungimento del pareggio di bilancio. Evitare una manovra correttiva appare sempre più difficile.

Intanto, gli Italiani fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese e, al di là dei buoni propositi dei grandi dell’economia e della politica, è una sola la richiesta che avanzano sempre più a gran voce: lavoro per tutti. Non gli si può dar torto: è questo il vero buco nero del sistema senza distinzione di età, sesso, razza, orientamento politico: secondo i dati dell’Istat ad incrociare le braccia sono i ventenni come i cinquantenni, passando per gli esodati.

Se è vero, dunque, che quello delle riforme è un passaggio obbligato, non si può negare – del resto – che non c’è più tempo: occorre agire e subito, trovando gli strumenti e le risorse per creare nuovi posti di lavoro, in grado di garantire un futuro sereno per le generazioni che verranno è un presente meno in bilico per il Paese attuale. In tal senso, condivisibile è l’idea di creare “a union of jobs, growth and competitiviness”, mirata a sostenere ripresa e occupazione, dando fiato agli investimenti ma il punto, ora come ora, sembra essere un altro. Gli Italiani non sembrano interessati alla forma quanto al risultato: sì alle riforme ma solo se davvero utili a risolvere un problema divenuto ormai di dimensioni ciclopiche. E soprattutto sì alle riforme che siano capaci di dare frutti in tempi rapidi… perché su un aspetto vi è l’accordo di tutti: non si può più aspettare. Occorre agire e in fretta.

Maura Corrado

 

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