
Italo-americano poco più veccho di me, John è cresciuto in una originale famiglia di italo-americani, da padre che operava al mercato della frutta e vedura. Dopo gli studi alla New York’s New School for Culinary Arts John decide di viaggiare tra Francia, Spagna e Italia e queste esperienze definiscono il suo stile europeo dai gusti mediterranei. Appena rientrato negli USA collabora con Arizona 206 e come chef di tale ristorante riceve 3 stelle del New York Times e da lì a poco la televisione con Tonight, NBC’s Today, CBS’ Early Show, Martha Stewart, CBS Sunday Morning, e Late Night With Jimmy Fallon aiuta l’ascesa di John, che mi dice di essere stato intervistato da Vogue di recente oltre ai pezzi meno recenti, usciti su di lui, sul Wall Street Journal, Vanity Fair, Town & Country, New York Times, Bon Appetit and Saveur. John ha scritto anche una memoir “The Hunger: A Memoir of an Accidental Chef” ed è proprietario inoltre del Crown, The Lino e The Waverly Inn.
Non faccio in tempo a sedermi che la musica Jazz inizia con un quartetto di amici notissimi agli addetti ai lavori, conoscenze strette di John: Bucky Pizzarelli, Howard Alden, Jack Wilkins e Howard Paul – quattro dei migliori “7 strings guitar” Jazz musicians del mondo.

Non sottovalutate il musicista, che ha ha lavorato alla NBC, alla ABC e di recente, tanto per rendere l’idea, ha registrato un paio di pezzi con Paul McCartney (nel 2012). Mi racconta che tra le emozioni più grandi del Bucky Pizzarelli artista c’è l’aver suonato alla Casa Bianca sia con Ronald Reagan che poi Bill Clinton. I suoi primi album risalgono agli anni ‘60 mentre dagli anni ’80 Bucky suona spesso con suo figlio e si puo’ affermare senza timore di smentite che i due, abbiano suonato con chiunque sia “qualcuno” nell’ambiente musicale, tanto per citare: Benny Goodman, Frank Sinatra, James Taylor Les Paul e appunto Paul McCartney. Bucky mi racconta che ha iniziato a suonare la chitarra professionalmente a 17 anni sebbene già a 9 anni, da autodidatta, spendesse passione e tempo sul banjo. Furono però i giorni in Austria e Germania, durante il servizio di leva, il periodo in cui Bucky suonò di meno nella sua vita.