Leggo le news, qui a NYC, e mi chiedo se essere fornitore di notizie in questo paese aderisce a un particolare profilo di giornalismo in cui l’approfondimento non esiste e il sensazionalismo la fa da padrone.
Nell’ordine riporto le prime tre notizie che sembrano monopolio e argomento di discussione di New York negli ultimi 3 giorni: leggendo pare che ormai l’apocalisse sia arrivata e per l’umanità con vi sia salvezza. Per fortuna il nostro comune buon senso prevale e, nel mio caso speficio, lo condisco con un po’ di quel fatalismo italiano da sognatori così da evitare di vivere certe angosce tipiche di chi tiene la tv troppo accesa in America.
Torna la paura del terrorismo a New York perchè uno squilibrato (di origine araba e fede religiosa mussulmana) brandendo un’accetta ha colpito ripetutamente due agenti di polizia gridando cose insensate a proposito di religione e potere, per poi morire poco dopo colpito dagli spari dei gendarmi in autodifesa. Sebbene le news bollino l’atto come terroristico, non lo è, posto che uno squilibrato è tale, qualsiasi sia la sua religione e provenienza. Chiaramente a Ottawa un’altro squilibrato si è comportato in modo simile ma per fortuna il fatto non è accaduto a Manhattan posto che ne abbiamo già abbastanza delle nostre news.
Pur rimanendo negli USA ma scappando a Seattle il New York Times riporta l’ennesima sparatoria in una scuola, dove pare che, a causa di “bulli e pupe” si sia consumata l’ennesima tragedia: ragazzi morti (pochi, grazie a Dio, tra omicidio e suicidio), armi facili, insomma tutto come già sappiamo e ora, dice bene il New York Times, si attende la prossima, visto che c’è una macabra sistematicità nel ripetersi di siffatti eventi e la soluzione sarebbe bandire le armi facili, tanto per iniziare.
Dulcis in fundo, l’ ebola è arrivata a New York e qui metà della gente sta seriamente pensando che questo è un dramma assoluto. Come dicevo, per predisposizione personale, non penso assolutamente che il rischio sia a portata di mano, ma l’ascoltare news e leggere giornali porta gli autoctoni a crescere a dismisura la drammaticita’ del tema. Lunghe discussioni: come, perche’, a causa di chi non si sono prese precauzioni, si aspettava il contagio ma non si sono isolate in quarantena le persone a rischio… ora che l’ ebola èqui, la gente non si regge più neppure agli appigli in metrò pur di non “esporsi al rischio” e io penso solo più una cosa: forse Orwel con il suo libro “1984” aveva previsto molto e descritto alcuni tratti di questa Manhattan spaventata, frenetica e troppo soggetta al bombardamento di notizie spesso solo negative.