New York – Dov’è finito l’agosto di una volta?
E’ curioso come il caldo agosto stia prendendo sembianze agghiaccianti… E non mi riferisco solo alclima, naturalmente. Da ragazzino agosto sembrava voler dire vacanze… Ma anche da maggiorenne al margine dell’adolescenza agosto voleva dire andare con gli amici su qualche spiaggia e buona notte a tutti… Invece da qualche anno a questa parte agosto è triste. Ok ok lo so… nessuno di voi vuole leggere cose tristi, siamo tutti refrattari, alla ricerca di uno svago che ci sollevi il cuore dalla pena della quotidianità, da questa crisi su tutti i fronti. Però, questo agosto, non lo posso tenere tutto per me perchè è troppo pesante, troppo sgraziato e sconsiderato per essere un agosto che mi gestisco senza batter ciglio.
New York pare esser soffocata dai bombardamenti di news, da notizie di ogni genere e da accadimenti riportati come terribili: New York non va mai in vacanza e così gli americani, a differenza della gente del sud Europa, non decretano che agosto sia holidays. New York mantiene vive le frenesie di ogni tempo e stagione e pare essere immutabile al corso delle disgrazie. Solo un incubo planetario come l’11 settembre riuscì a fermare (per un breve periodo) la Grane Mela, che oggi invece rimanda news dell’intervento USA, a mezzo droni dal cielo, missili, in Iraq. Intanto i notiziari lanciano notizie di tragedie per centinaia di migliaia di persone in Iraq, mentre una manciata di altri paesi tra Centro Africa, Russia e Israele non contano neppure più i loro morti.
La tentazione di non ascoltare più le news è forte, anche perché non ricordo una violenza nella comunicazione tanto brutale nel riportare la violenza sovrumana dei genocidi in corso. New York però non ti molla un attimo, è una città che ti tiene impegnato, e quasi non ti lascia ascoltare le notizie dal mondo. Quindi, forse, ha ragione lei: più pensiamo al nostro orticello, meno riflettiamo sui grandi drammi del mondo che potrebbero apparire ancor più spaventosi, se proiettati sul nostro futuro. E allora continuiamo a occuparci del nostro piccolo ortio… ma le cattive notizie arrivano pure da lì, per il semplice fatto che la vita non si ferma per le ferie estive. A New York, la vita tira dritto e passa, come passano gli anni, porta a far morire i genitori dei miei amici, dei miei affetti se non peggio… porta a far morire i miei amici, come taluni, giovani e sfortunati, molto più di altri, che ci lasciano, perchè rapiti da malattie ingiustificabili, all’alba dei 40 anni. Ecco questo agosto non lo capisco, non lo condivido, non lo comprendo, o forse questo agosto s’è abbruttito con la rapida decadenza della vita che leggiamo sul giornali, e spero che finisca in fretta, questo agosto, con la speranza illusoria che con questo agosto finiscano anche le cattive notizie…