Fausto Brizzi.
Ah, bene, allora si parla di cinema.
No, si parla di libri, anzi di un libro.
Ma come, con Brizzi? Brizzi, il regista che ha vinto il David di Donatello e il Nastro d’Argento con” Notte prima degli esami”?
Che si è fatto amare dal grande pubblico per film come “Ex”, “Maschi contro femmine”, “Pazze di me”?

Esattamente quel Fausto Brizzi, classe 1968,romano, diplomato in regia al “Centro Sperimentale di Cinematografia”,il quale ha una biografia da quarantacinquenne di successo, con riconoscimenti di vario genere per la sua attività di regista, di sceneggiatore e di produttore.
Dedito sin da subito alla scrittura, prima televisiva e cinematografica, si è poi cimentato con un percorso à rebours, ricavando dai suoi film romanzi successivi alle sceneggiature, come “Il manuale degli ex” e “Notte prima degli esami”.
Una scrittura che non lo ha mai soddisfatto pienamente, troppo tecnica, troppo slegata dalle emozioni e dall’empatia, così, dopo un paio d’anni di incubazione e un paio di mesi di lavoro pieno, Brizzi ha dato alle stampe il suo primo vero romanzo, “Cento giorni di felicità” (Einaudi Stile Libero), realizzando il sogno espresso la prima volta in un tema di seconda elementare: “Da grande voglio fare lo scrittore”.
Un salto nel buio, tutto sommato, ma lo scrittore ha trovato una morbida rete ad accoglierlo: successo immediato in Italia, in Francia, in Spagna, in Germania, con circa quindici paesi pronti a tradurlo nella loro lingua.
I cento giorni del titolo sono quelli che il protagonista Lucio Battistini, quarantenne di ordinaria normalità e follia,allenatore di una giovanile di pallanuoto, tanti amici, una bella moglie, due bambini, un’amante scoperta dalla moglie a causa della quale dorme parcheggiato su una branda nel retro di una pasticceria, una passione viscerale per le ciambelle fritte, si trova a vivere come ultimi, dopo un’impietosa diagnosi di carcinoma epatocellulare.
Una doccia gelata che distrugge tutto, la quotidianità, i sogni, anche le paure banali di ogni giorno.
A Lucio tocca decidere, e Lucio decide: saranno i cento giorni più belli della sua vita, cento soli, non uno di più, prima che la malattia lo porti oltre il limite del tollerabile.

A Fausto Brizzi il compito non facile di raccontare questo percorso, giorno dopo giorno, senza mai scadere nel patetico, con un tono leggero e a volte quasi allegro, nonostante tutto.
Commovente, banale, coinvolgente, irritante, emotivamente infingardo, emozionante, troppo realistico per non poter essere reale il racconto di questi cento giorni di gloria e di riscatto del protagonista non lascia comunque indifferenti e ci fa scoprire un Fausto Brizzi nuovo, originale e lontano dalla forse troppa superficialità di qualcuna delle sue commedie all’italiana del grande schermo.
Su tutto un insegnamento, passatoci da Lucio: mai avere il rimpianto di dover scoprire di morire per cominciare a vivere, farlo subito, lanciarsi a testa bassa nella mischia, perché nessuna delle nostre giornate volga al termine senza un sorriso.
Autore: Fausto Brizzi
Titolo: Cento giorni di felicità
Editore: Einaudi
Pagg.385, euro18,50
Edizione eBook Einaudi, euro 9,99