Art & Show – Luigi Pagnotta: storie di cacciatori tra dolci curve di colli toscani
Un consiglio a chi per caso, nel corso della sua vita, si fosse perso la possibilità di affondare lo sguardo nelle dolci colline toscane: prima della partenza, non acquistate una guida turistica, ma un libro di racconti di Luigi Pagnotta, dal titolo curioso e intrigante, “Aspettatemi ché torno?”.
Strade, percorsi e luoghi strategici vanno studiati prima, poi, una volta raggiunte le Terre di Siena, bisogna abbandonarsi alla lettura, alla profonda emozione che trasuda da quelle pagine e che ci sprofonda all’interno di un mondo che, in apparenza, potrebbe sembrare da favola.
E’ invece un mondo reale quello che Pagnotta, toscano verace e promotore, per amore e per lavoro, delle bellezze della sua terra, ci tratteggia nei suoi sedici racconti, legati ad una società semplice, forse viva solo più nei ricordi della gente di un tempo, ma che senti amica, che ti sembra di conoscere quando chiudi l’ultima pagina del libro.
A far da filo conduttore alla narrazione è il tema della caccia, attività da sempre amata in queste zone, ma una caccia che è in fondo solo un pretesto per indagare l’animo di questi uomini un po’ rudi, un po’ rozzi nei modi, un po’ fanfaroni nelle loro chiacchiere di paese.
Come Luigi Pagnotta, sono uomini schivi, portatori di quella saggezza antica che chiunque parli con l’autore coglie nelle sue parole, nei suoi sguardi, nei suoi comportamenti.
Sono però anche uomini speciali, come il “Boccio”, protagonista della storia che dà il titolo alla raccolta, capace di farsi aspettare per ore davanti alla sua tabaccheria chiusa perché impegnato nell’attività venatoria, e poi precipitato, a causa di un incidente, in un limbo da cui i suoi strepitosi amici di brigata tentano di farlo riemergere mediante fagiani o tordi.
O come Angelo, che campò quasi cent’anni straziato dal dolore e dalla rabbia verso un Dio che dovrebbe amare e non far soffrire i suoi figli più fragili,o come Francesco, incapace di perdonare gli uomini e la Natura, nelle vesti di una quercia secolare, per averlo reso orfano di un figlio.
Non uno di questi uomini è esentato dall’andare a caccia, ma talora più che la selvaggina essi cercano la vendetta, la libertà, il senso della giustizia, la pace del cuore.
Luigi Pagnotta costruisce mirabili uomini al fianco dei quali si muovono in punta di piedi lontane figure femminili, che fanno solo da sfondo: la caccia, vera o millantata, non appartiene al genere femminile, è un imprinting del codice genetico maschile che non è mai stato condiviso sin dal neolitico.
E’ così per il dott. Cozzini, per i gemelli-coltelli Pippo e Nello Manzi, per l’incredibile Guzzino, al termine della cui delicatissima storia anche noi, come i suoi amici, abbiamo l’impressione che si sia alzato il vento e ci abbia riempito gli occhi di lacrime.
I racconti di Luigi Pagnotta, scritti con una cura e una precisione espressiva che ci rincuorano, in un mondo di scribacchini,ci portano tra i colori della Toscana, i profumi e le languide curve di antiche colline, dove la Natura combatte nei suoi boschi una battaglia con l’uomo ancora ad armi pari.
Non ci può dunque stupire il successo ottenuto dall’autore a livello nazionale ed internazionale, con il conseguimento di numerosi premi come giusto riconoscimento a questo amore per lo scrivere.
La recondita speranza è che il titolo scelto dall’autore sia di buon auspicio per noi lettori: ti aspettiamo in libreria, Luigi Pagnotta, torna il più presto possibile.
Autore: Luigi Pagnotta
Titolo: Aspettatemi ché torno?
Editore: Giambra Editori
Pagg.164, euro 14,00
Il libro è disponibile in versione e-Book sul sito Amazon
Immagine copertina di Lisa Fotios https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-del-primo-piano-della-persona-che-tiene-il-libro-1485114/