
Donatella Sasso, una piccola storia di vita
Donatella Sasso è ricercatrice di storia contemporanea presso l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini al Polo del ’900 di Torino.
Svolge attività didattiche nelle scuole primarie e secondarie sui temi della storia contemporanea, dei diritti, dei conflitti contemporanei.
Molto attenta alla storia della città di Torino, ha pubblicato saggi che ripercorrono le tappe più significative della parabola dell’industria torinese.
Dalle fabbriche tessili e alimentari delle origini al pionieristico sviluppo del settore automobilistico, dall’epopea cinematografica italiana allo sforzo bellico della Grande Guerra, dalla nascita dell’industria chimica ai tragici eventi del secondo conflitto mondiale: tutto trova testimonianza nelle sue pagine.
All’interesse da storica del ‘900 ha affiancato l’attività di narratrice, seguendo la traccia del romanzo breve.
In quest’ottica si pone “Un’inconsueta felicità”, che racconta di scelte di vita, di gioie perse e trovate.
La vita semplice di Donatella Sasso
Una storia semplice, quella narrata da Donatella Sasso.
Una vicenda che non ricerca colpi di scena, ma abitudini quotidiane, cambiamenti infinitesimali, sorrisi incoraggianti.
Ciò che può essere considerato la spannung, il momento di massima tensione, è avvenuto in precedenza, in un tempo non raccontato della vita della protagonista.
A noi tocca seguirla nel suo allontanamento dai luoghi e dalle persone del passato, un passato che comunque ritorna costante nei ricordi narrati da lei stessa in prima persona.
C’è sempre la famiglia a farle da scudo protettivo durante l’infanzia, ora che è adulta è invece sola coi suoi pensieri.

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Nel raccontare la sua protagonista Donatella Sasso ha scelto l’indeterminatezza.
Di lei sappiamo che ha tra i sedici e i trentasei anni, un’età davvero indecifrabile, che si è trasferita per un lavoro temporaneo in una nuova città e che sta rimettendo insieme la sua vita.
Non è reduce da traumi drammatici, semplicemente, come capita quasi a tutti, deve decidere di sé e del suo futuro, mettendo da parte l’ingombro del passato.
Dunque una nuova città, che gli indizi disseminati tra le pagine ci fanno immaginare possa essere Genova, una nuova piccola casa tutta per sé, nuovi colleghi di lavoro e nuovi coinquilini.
Si fa chiamare Stellina, un retaggio del tempo dell’infanzia, quando il mondo sembrava facile da decifrare e da affrontare.
Sappiamo grazie ai ricordi che intervallano il vissuto del presente che si chiama Elisabetta, un nome che ha accantonato.
La città di mare e di sole che la ospiterà per diversi mesi le apre le porte su un’ipotesi di vita migliore, forse addirittura sulla felicità.
Con Donatella Sasso il nuovo è sinonimo di miglioramento
Stellina si apre al mondo, quando spalanca le sue persiane sa che la luce entrerà non solo in casa ma anche nel suo profondo.
Sa che sta affrontando un cammino nuovo e che tocca a lei percorrerlo andando verso il miglioramento e la crescita personale.
Deve togliersi di dosso le memorie che fanno soffrire, un rapporto con la madre che tanto ha amato che ormai si è però sfilacciato, trasformandosi in un dovere forzato.
Stellina è sola nella biblioteca dove ha trovato lavoro, nei vicoli della città pizzicata tra mare e montagna, in mezzo a una folla che sembra avere solo e sempre fretta.
Ma in mezzo all’indifferenza si aprono all’improvviso porte che conducono verso un altrove sempre e soltanto immaginato.
E’ la porta dell’appartamento di Zucco, l’anziano coinquilino che ha con lei un atteggiamento quasi paterno e ha sempre pronta una tazzina di caffè per accompagnare parole di aiuto e incoraggiamento.
E’ la porta dell’alloggio in cui vivono Alessandra e sua figlia Agnese, una bambina speciale che ha bisogno di essere aiutata per fidarsi del mondo e di chi lo abita.
Con loro e grazie alla loro filosofia spicciola Stellina si sente circondata di affetto ma anche utile, pronta a tornare a sorridere.
Le nuove prospettive di Donatella Sasso
Grazie a Zucco Stellina mette a fuoco la necessità di risolvere il passato per vivere bene il presente, perché “ciascuno di noi non vorrebbe altro che essere un po’ felice, qualche volta tanto felice, per il resto abbastanza sereno”.
Per andare alla ricerca della felicità è meglio non essere da soli.
Questa semplice premessa prende forma nella sua mente grazie a Stefano, il collega di lavoro che sin dall’inizio ha avuto nei suoi riguardi un’attenzione particolare.
Sono stati i pranzi veloci condivisi in centro o al porto, i tramezzini con la frittata o le consumazioni in uno dei caffè più belli della città ad avvicinarli poco per volta.
Senza fretta, un giorno dopo l’altro, Donatella Sasso li rende reciprocamente speciali, tanto importanti da non potervi più rinunciare.
E’ un altro tassello che va ad aggiungersi al percorso di affermazione individuale, un momento importante da condividere gioiosamente con i nuovi amici incontrati.
Non sarà tutto sempre semplice, a Stellina toccherà fare i conti col dolore vero e con quello temuto, senza sconti.
Dovrà riprendere in mano con fermezza il passato per ricucire gli strappi, perché una volta capito quale sia la cosa giusta da fare bisogna andarle incontro senza ripensamenti.
Tutto questo porta davvero alla felicità?
Forse per qualcuno è troppo poco, è un’idea di felicità da approfondire, ma per Stellina, pronta ad abbandonare il suo protettivo soprannome, è una sensazione inconsueta e gratificante.
Elisabetta è pronta per il futuro.
- AUTORE : Donatella Sasso
- TITOLO : Un’inconsueta felicità
- EDITORE : Golem edizioni
- PAGG. 144
- EURO 14,00




