I racconti di Alessandro Angiolini: le "veglie" riprendono vita

I racconti di Alessandro Angiolini: le “veglie” riprendono vita

Alessandro Angiolini torna a raccontare la tradizione toscana e in particolare quella delle “veglie”, tradizione che ha radici antichissime. Le “veglie”, che con nomi diversi erano presenti anche negli ambienti contadini di altre regioni, consistevano nel riunirsi per il piacere di stare insieme. Di solito interi gruppi familiari si spostavano dopo il tramonto per andare ospiti nel podere dei vicini; che talvolta erano vicini solo per modo di dire, poiché da una podere all’altro talvolta la distanza non era breve. Stiamo parlando di epoche in cui non c’era (per fortuna?) la televisione, e l’unico modo per aggiornarsi sui fatti era quello del raccontarseli l’uno con l’altro. Oppure, per passare il tempo, qualcuno raccontava fatti lontani, antichi, trasfigurati dalla fantasia e dalla capacità di incantare, impaurire o far sorridere di cui era dotato il narratore di turno.

Ecco, il libro di Alessandro Angiolini, dal titolo molto didascalico (Lupi mannari e leggende popolari ai confini della Toscana) ci è apparso subito come una veglia delle migliori tradizioni, con quei racconti dal contenuto talvolta orrorifico, modernissimi nei loro contenuti ancestrali, visto che proprio negli ultimi anni il ritorno del cosiddetto genere fantasy è segnato dal successo nei libri e nei film. Come dice il titolo, siamo ai confini della Toscana; vale a dire, in quell’estremo lembo della Val di Chiana che si dice senese, ma che raccoglie in sé gli elementi non solo geografici della Chiana aretina, con non poche contaminazioni con la limitrofa Umbria.

Alessandro Angiolini: dalla narrazione orale al racconto scritto

Di tutti questi territori il libro presenta il comune denominatore, dato da quel compendio orale di miti e leggende dal sapore vagamente gotico. Nelle pagine riprendono vita immagini nebulose, figure che fino a non molti decenni fa sembravano popolare continuamente le notti di questa fetta di terra strappata alle paludi della Chiana: lupi mannari, fantasmi, serpi (regoli, per la precisione), streghe e demoni dotati di un caratteraccio che li rende molto umani, così come capitava per certi miti dell’antica Grecia. Quelli di Alessandro Angiolini sono tutti “personaggi”, diciamo così, che erano i protagonisti delle veglie serotine di cui abbiamo detto.

Le storie sono storie che incantano, che catturano nella loro semplicità, perché l’autore riporta i fatti con la stessa diretta e rustica efficacia dei contadini che li avevano raccontati. Sembra davvero di essere in una grande cucina, davanti ad un grande focolare (il caminetto è tutta un’altra cosa e la lasciamo volentieri ai salotti delle ville), all’interno di un grande podere. Pagina dopo pagina i racconti si dipanano e una volta finito il libro, dispiace che l’incanto finisca e che ci si ritrovi di nuovo in epoche moderne, in cui le paure sono molto meno romantiche e molto più terrorizzanti del più terrorizzante dei lupi mannari.

Alessandro Angiolini e la sua attività di ricercatore

Quella di Alessandro Angiolini è una Toscana del passato. E la sua opera, al di là della piacevolezza delle storie e dello stile, sempre molto partecipato anche se distaccato quel giusto che deve essere l’opera di un ricercatore, rappresenta il modo per consegnare alle generazioni del presente e del futuro quella che è stata la loro storia. Perché la storia di noi tutti, anzi la Storia, è data da piccoli fatti, da piccoli capitoli della quotidianità, da tanti piccoli mattoni che, messi insieme, costituiscono quella che con una parola sola si può definire Civiltà.

In questo genere di rivisitazioni, nate da una ricerca attenta e faticosa di documenti e di interviste fatte direttamente a persone che hanno vissuto fatti e situazioni, Alessandro Angiolini è un vero esperto, avendo già dato alle stampe altri libri che documentano accadimenti di epoche anche lontane, certificando, finalmente, l’esistenza di cose che vivevano solamente nella memoria degli uomini. E quindi destinate, purtroppo, ad un inevitabile oblìo.

E’ questo un libro piacevolissimo, da leggere e rileggere, da far leggere e rileggere anche ai bambini. Verrebbe da dire che potrebbe essere adottato nelle scuole, per far capire ai più giovani le buone radici della loro cultura. D’altra parte, tutto il genere filmico-letterario, di cui si è parlato poco fa, non è invenzione di oggi, perché risale alle favole più antiche, e trovò vita in periodi in cui non esistevano i film holliwoodiani e anche i libri erano merce rara. E libri-viventi (come gli uomini-libro del romanzo “Fahrenheit 451”) erano i nostri progenitori che vivevano nelle campagne e si passavano vicendevolmente le storie davanti a un focolare.

I racconti di Alessandro Angiolini: le "veglie" riprendono vitaTitolo: Lupi mannari e leggende popolari ai confini della Toscana

Editore: Il pozzo di Micene Editore

Prezzo: 15 euro  – 96 pagg

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