Il Salone del libro di Torino, edizione 2016, ha spento le sue luci riportando lettori ed autori alla loro quotidianità. Tra questi ultimi anche Francesco Carofiglio, che ha quest’anno rubato l’attenzione al fratello Gianrico, dimostrando di essere altrettanto amato e ricercato dal pubblico.
Corner letterario al completo per la presentazione del suo romanzo “Una specie di felicità”, in libreria da appena due settimane,ultima fatica di questo architetto, scrittore, attore, docente amante dei gatti e capace di costruirsi un’immagine di bel tenebroso.
Non è difficile immaginarlo nel racconto che fa di se stesso al lavoro, ore ed ore a scrivere al pc con il supporto costante della sua gatta Ariel, la massima ispiratrice del suo narrare.
Un narrare teatrale nell’ultimo romanzo di Francesco Carofiglio
E’ probabile allora che siano stati gli occhi ammalianti di Ariel a indurlo a costruire per la sua storia un protagonista inquieto, insoddisfatto, né felice né infelice, arrivato a quarant’anni e catapultato nella necessità di fare i conti con i fallimenti della propria esistenza.
Giulio d’Aprile è uno psicoterapeuta che avrebbe voluto essere un maestro, separato dalla moglie e con in carico due figli, con i quali si sono create tensioni insostenibili, soprattutto con la figlia, in età adolescenziale.
Col figlio, Simone, la relazione è più serena, anche se il bambino è molto taciturno, apparentemente molto riflessivo ed intuitivo, ma poco propenso a esternare il suo pensiero e le sue emozioni.
In questa quotidianità irrompe all’improvviso un elemento disturbante: recatosi nella clinica dove svolge l’attività di supporto, una mattina di ottobre Giulio riconosce nel suo nuovo paziente il Docente che lo ha formato, da cui ha imparato ciò che sa.
Il vecchio professore, volontariamente ospite della struttura, ha subito un profondo trauma che lo ha indotto ad assumere un atteggiamento di rifiuto del mondo, su cui Giulio dovrebbe intervenire.
Quanto imbarazzo, però, nel ribaltare i ruoli, nel trovarsi di fronte un uomo profondamente diverso da quello conosciuto tanti anni prima come autorevole e forte.
Tra i due deve iniziare un rapporto basato sul dialogo, sulla comunicazione, sullo scambio di parti di sé che possano servire all’altro: non è solo Giulio ad aiutare il nuovo paziente, ma anche gli interventi di quest’ultimo, che si rivela essere molto più lucido di quanto sembra apparire, saranno determinanti per avviare lo psicoterapeuta sulla strada della soluzione dei suoi problemi.
L’amore per il teatro di Francesco Carofiglio emerge nelle pagine scritte: sono i dialoghi ad abbondare, la narrazione mimetica prevale in ogni contesto, è Giulio ad accompagnarci nella sua vita attraverso il suo discorrere con chi gli sta intorno.
Un autunno malinconico come sfondo del racconto di Francesco Carofiglio
Ci sarà anche una donna misteriosa che farà capolino sin dalle prime pagine per poi farsi inseguire da Giulio, apparendo come un altro elemento di novità capace di rompere la monotonia e la ripetitività esistenziale.
Pioggia, alberi e passeggiate sono i comprimari di questa storia, con una malinconia autunnale che accompagna con molta lentezza la vita quotidiana di tutti.
Imparare a trovare la propria velocità, il proprio ritmo è fondamentale per Giulio ed è l’input che ci dà l’autore anche per la nostra vita: in un dialogo col figlio Simone Giulio si sente definire lento, contrariamente a quanto sembrano essere le donne, anzi le “femmine”.
Ma un terapeuta ha un concetto del tempo dilatato, il tempo è quello necessario per capire, per ricostruire, per uscire dal pozzo nero in cui si è precipitati: per fare tutto ciò la velocità non è contemplata.
Sarà proprio la capacità di ritrovare, grazie all’aiuto indiretto del professore, la sua giusta dimensione che porterà Giulio sulla strada della felicità, o almeno di una specie di felicità, quella che ci é concessa, che si identifica con i concetti di imprevisto e di gratitudine.
E’ questo ciò che Francesco Carofiglio consiglia anche a noi lettori, attraverso le parole del suo personaggio: non è molto, ma è già qualcosa.
TITOLO : Una specie di felicità
EDITORE : Piemme
PAGG: 240, EURO 17,50