Lo scaffale di maggio 2023 si apre con l’immagine dei mughetti, fiori che simboleggiano il ritorno della primavera e sono al centro di miti e leggende.
Da sempre questo fiore, il cui nome deriva dal francese moguete, che significa profumo di muschio. è considerato sinonimo di felicità che ritorna e di portafortuna.
Nella mitologia latina il mughetto, dedicato al Dio Mercurio, rappresentava la speranza.
Secondo la leggenda cristiana, San Leonardo dovette combattere contro il demonio. Egli vinse, ma la lotta fu difficile e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini.
Il primo maggio del 1561, Carlo IX introdusse la tradizione d’offrire un rametto di mughetto come porta fortuna.
Oggi nel linguaggio dei fiori è simbolo di verginità, innocenza, felicità che ritorna, buona fortuna e civetteria.
Maia Guarnaccia Molho, Chiusi dentro, A&B Editrice
Elettra, una giovane donna borghese, single per scelta, affronta la quarantena chiusa in un condominio del centro milanese, scandendo la gelida sospensione dei contatti con il mondo esterno con telefonate fiume e con gli obblighi indifferibili della vita digitale.
Mentre all’esterno la sua Milano mostra un volto banale e inaspettato, “struccato” dalla patina di coolness e di rituali sociali, all’interno del palazzo il piacevole anonimato garantito dalla grande città si trasforma in una intimità forzata con i vicini, immaginati e temuti come possibili untori, personaggi dalle vite improbabili, giudicati da Elettra in maniera spietata e irridente.
L’improvvisa scomparsa della sua gatta, Nilde, l’unico essere vivente per cui prova affetto, scatena una grottesca commedia degli equivoci, un soft thriller dove tutti sono coinvolti loro malgrado.
Le ambulanze fanno capolino nel palazzo, così come rider tuttofare e malavitosi che continuano indisturbati i loro affari, ex fidanzati petulanti e parenti assillanti. Tra smart working, chiamate al cellulare e brevi incursioni nella via davanti a casa, Elettra per ritrovare Nilde non esita a mettere in atto le strategie più strampalate e feroci.
La casa è un labirinto claustrofobico, assediato, dove tutto è costantemente regolato.: un universo chiuso che la donna riuscirà a violare in modo inaspettato, con la spregiudicatezza tipica della sua educazione borghese.
Patrizia Liquidara, Ti ho vista ieri, Neri Pozza
Attraverso i ricordi della bambina di ieri, ricordi impressi nel corpo, nel suono, nel canto, l’autrice appronta un mirabolante inventario di vite e persone, nomi e nomignoli, oggetti e animali: dalla figura tenera e inquietante di un medium bizzarro a un pappagallo irriverente, dalle voci dei pescatori al mercato di Catania al fragore di una vecchia fornace a Murano, dove si forgia il vetro con il fuoco.
Un universo magico, in cui si specchia l’incanto proprio di ogni infanzia, ma anche quello di un paese che, tra il mare di Catania e lo stretto di Messina, l’autostrada del Sole, i treni infiniti attraverso le gallerie dello stivale, le campagne e le colline dell’alto vicentino, approda alla modernità trasportando tutto il peso delle sue antiche radici e leggende.
Piú di tutto colpisce, in quest’opera, lo stile in cui è scritta, che riproduce, in una prosa sobria e insieme sofisticata, il suono dei racconti orali appresi da bambina, assolvendo cosí il compito proprio della letteratura e del canto: riproporre il miracolo della voce umana.
Romanzi.it, Box 10, Cliquot Edizioni
La Box 11 propone una selezione di tre romanzi editi da Cliquot Edizioni:
– Riso nero di Sherwood Anderson, un classico di uno dei maggiori esponenti della letteratura american del Novecento, il cui stile influenzò autori come Faulkner e Hemingway
– Istituto di bella morte di David Ely, un thriller fantascientifico da cui nel 1966 fu tratto il film Operazione diabolica con Rock Hudson. Un romanzo bellissimo, ben scritto e spiazzante
– Gli angeli personali di Brianna Carafa, autrice che, dopo essere stata finalista al Premio Strega nel 1975, fu colpevolmente dimenticata dal mondo editoriale a seguito della sua prematura scomparsa nel 1978. Questa raccolta di racconti che la scrittrice aveva lasciato in eredità, grazie all’amicizia con la figli, è divenuta una straordinaria opera postuma.
Adam Rutherford, Controllo, Bollati Boringhieri
L’eugenetica è da sempre giudicata come il «peccato originale» della biologia. L’umanità ha sempre cercato di migliorare la società allo scopo di ridurre le sofferenze, eliminando le malattie o migliorando in qualche modo le probabilità di sopravvivenza dei propri figli.
Tuttavia, questo desiderio va spesso di pari passo con quello di imporre il controllo su chi può sposarsi, chi può procreare e chi può vivere.
In epoca vittoriana, all’ombra delle idee – un po’ distorte – di Darwin sull’evoluzione, iniziò a prendere forma un nuovo tentativo di imporre il controllo sulla nostra stessa struttura biologica.
Nacque così un movimento politico che imbastardì la scienza e che per sessant’anni godette di un ampio sostegno popolare e politico, sia tra i progressisti che tra i conservatori.
L’eugenetica fu abbracciata con entusiasmo in decine di paesi, arrivando alle sue estreme conseguenze nella Germania nazista, conducendo direttamente alle camere a gas e ai forni crematori di Auschwitz.
L’eredità dell’eugenetica persiste ancora oggi nella lingua, nella letteratura, nelle parole che usiamo inconsapevolmente: con le tecniche di editing genetico messe a disposizione dalle più avanzate ricerche, si parla ancora una volta di manipolazione del DNA, per rendere i nascituri più intelligenti, più adatti, più forti. Il sogno distorto della purezza e della perfezione.
L’autore riflette sui pericoli passati e presenti dell’eugenetica, raccontandone con grande concisione e chiarezza, sia scientifica che morale, la storia non troppa remota; condensa concetti difficili in una prosa intelligente e precisa fino a smascherare, con la sua analisi urgente e necessaria, una delle idee più distruttive del XX secolo.
Fuani Marino, Vecchiaccia, Einaudi
Fuani Marino sente prima di tutti l’atmosfera tossica in cui siamo immersi ogni giorno, fatta di crescente disagio psichico, fatica, ansia diffusa. egoismo e follia radical chic.
L’autrice elabora una serie di riflessioni che si trasformeranno in un viaggio interiore nel proprio passato, nella psiche e tra i suoi fantasmi; ma anche esteriore, nella società, quella italiana in particolare, e nell’ambigua centralità che riserva agli anziani, da una parte celebrati, dall’altra marginalizzati, da una parte ancora padri-padroni (alcuni) la cui sola presenza blocca il cambiamento, dall’altra risorse da sfruttare e dimenticare (molti).
Quello che all’inizio sembra uno sfogo contro i «vecchiacci», diventa una dolorosa presa di coscienza da parte dell’autrice: parte da sé, dalla sua esperienza, dal suo corpo, per raccontare questi tempi assurdi e ce li restituisce attraverso pagine in cui l’ironia e il dolore, la spietata autoindagine e gli inciampi, la sincerità e l’invenzione mettono in discussione tutte le nostre certezze.
AA. VV. a cura di Arnaldo Greco, Aragoste, champagne picnic e altre cose sopravvalutate, Einaudi
Un’antologia divertente e un po’ stravagante che raccoglie le risposte – paradossali, rivelatrici, fulminanti – di scrittrici e scrittori contemporanei alla domanda: che cosa è sopravvalutato?
Si susseguono i viaggi e le vacanze, il perdere qualcosa o qualcuno, il blocco dello scrittore, i maschi, la partecipazione, la prima volta, Dio, il primo amore, la montagna, la cucina italiana, le provocazioni, i regali, l’ebbrezza, l’essere produttivi, il viaggiare e infine la stessa sopravvalutazione.
Arianna Mortelliti, Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni, Mondadori
Arturo Baldi, novantacinque anni, viene portato d’urgenza in ospedale, dove scivola in un coma profondo.
A dispetto dei neurologi, che lo escludono categoricamente, la coscienza di Arturo è ancora vigile.
In questo misterioso tempo sospeso Arturo riesce a sentire, uno per uno, tutti i componenti della famiglia che vengono a fargli visita in una incessante sequenza di confessioni, sfoghi, preghiere.
In quei meandri della coscienza, domina il faccia a faccia con Dado, il fratello inquieto, il pittore talentuoso, il ribelle che manca da anni dentro il teatro famigliare.
In questa sorta di popolata immobilità, Arturo risale dall’infanzia fino alla costruzione della grande famiglia che ora, intorno al suo letto, stilla parole e memoria.
Così seguiamo l’amore che lo lega a Carolina da tutta una vita, le figlie Dori e Fiore, le nipoti Margherita e Nina, prossima alle nozze, e la pronipote Anna, che ha ereditato dal prozio mai conosciuto l’occhio e la mano da pittrice. Dado è lo specchio per tornare indietro nel tempo, nel formicolio di segreti che alligna là dove la famiglia sembra più salda
Cristina Dell’Acqua, La formula di Socrate, Mondadori
Gli Ateniesi lo chiamavano «tafano» per quanto poteva spazientire, come un insetto fastidioso.
Perché Socrate sapeva bene come pungolare e inquietare i suoi interlocutori con le domande e in questo modo far venire alla luce ciò che loro, senza ancora saperlo, custodivano dentro di sé.
Fu infatti un maestro nell’arte che è passata alla storia come maieutica , poiché ci aiuta a nascere per la prima volta davanti a noi stessi.
E’ una figura misteriosa e affascinante, un incontro che può cambiare la vita.
L’autrice ci conduce in un nuovo viaggio nel mondo greco, per imparare a sentire socraticamente .
Nel pensiero di quest’uomo straordinario, che nella vita non ha mai smesso di insegnare (fu la sua missione), ci sono i semi della nascita dell’uomo occidentale: il suo insegnamento si fonda sui temi della ricerca, della libertà, del dialogo e del dubbio, una formula che ha come nutrimento l’amore per le domande e parte da un unico presupposto, la conoscenza di sé.
Quella di Socrate è una formula non scritta, composta dagli elementi più singolari del suo pensiero, capace di insegnarci la cosa più importante: il coraggio di essere noi stessi.
Marco Balzano, Cafè Royal, Einaudi
Dal Café Royal prima o poi ci passano tutti: genitori e figli, donne indaffarate, coppie di amanti e adolescenti spaesati.
Davanti al bancone si srotolano relazioni da aggiustare e nuovi incontri, una galleria degli specchi in cui ciascuno può sorprendersi riflesso.
Come spesso accade nelle grandi città, i personaggi di questo imprevedibile romanzo corale s’incrociano ogni giorno, si salutano, a volte si confidano e altre si ignorano; forse non ne sono consapevoli, ma insieme formano una comunità.
Storie che corrono a perdifiato, dove le traiettorie della vita s’intrecciano con i capricci del destino: un bar di Milano come il centro del mondo.
Un filo invisibile lega l’uno all’altro i personaggi e li rende protagonisti o semplici comparse della commedia umana che ogni giorno va in scena al Café Royal.
Diversissimi per età, carattere, professione, aspirazioni, tutti però condividono una ferita, più o meno scoperta, da cui provano a spensierarsi.
Maria Pia Veladiano, Quel che ci tiene vivi, Guanda
Aiutare le famiglie che non funzionano: questo è l’obiettivo del giovane protagonista, un avvocato con un passato doloroso, difficile da dimenticare ma anche da ricordare.
E, in qualche modo, quello è lo scopo anche di sua moglie Bianca, la psicoanalista a cui si è rivolto all’inizio della carriera proprio per rimettere insieme i pezzi della sua infanzia.
Non sembravano compatibili – lei credente, esile, vegetariana e raffinata, lui materialista e disilluso, sovrappeso, cresciuto solo e in povertà – eppure al posto di un’analisi è nato un amore.
Forse perché parlano la stessa lingua, quella che condivide soltanto chi è sopravvissuto a un trauma incancellabile, ma che ha anche il coraggio di resistere e andare avanti, forse perché entrambi hanno bisogno di provare ad aggiustare il mondo.
È questo che spinge l’avvocato a entrare e uscire dai tribunali con furiosa determinazione, per dare una possibilità alle persone che, come era accaduto a lui, «non vengono viste».
Una sera d’inverno incontra un bambino solo, infreddolito, che parla con curiosa saggezza, un bambino che sparisce e sembra non ricomparire più, un bambino che gli ricorda sé stesso.
E quando scopre chi è, la sua missione diventa un’ossessione: dovrà riuscire a salvarlo.