Emigrare dopo i cinquant’anni è difficile ma non impossibile.
Questa settimana sono andata a curiosare tra le storie di quanti, arrivati all’età della pensione, decidono di trascorrerla lontano dal nostro Paese. Si sa noi italiani siamo un popolo di naviganti, forse un po’ allo sbaraglio, ma curiosi e sognatori e dovunque vai trovi italiani che, in età giovanile, sono andati lontano a cercar fortuna e poi hanno messo radici.
Oggi, gli emigranti over 50 sono spinti dagli stessi motivi, perché in cerca di una nuova occupazione dopo aver, improvvisamente, perso il lavoro, oppure motivati a spostare il proprio business dove ci sono maggiori opportunità di crescita, oppure ancora, e non sono pochi, per riciclarsi in una nova occupazione.
Un esempio per tutti è quello di Antonio Oliviero, ingegnere elettronico, impiegato da circa trent’anni nel settore della Automazione industriale e delle Telecomunicazioni che, dalle pagine di Italiansinfuga racconta perché ha deciso di trasferirsi in Brasile dove si occupa di investimenti immobiliari e finanziari. Inoltre, in pieno spirito internauta, ha aperto un blog Vivere in Brasile dal quale dispensa consigli e informazioni a quanti decidono di trasferirsi nel Paese carioca.
Perché, è inutile nasconderlo, non è proprio facile trasferirsi all’estero, soprattutto quando non si è più giovanissimi e magari non si conosce bene la lingua. Aldo Mencaraglia ha, come sempre, ottimi consigli da dispensare “Innanzitutto il mondo del lavoro può considerarvi, sia in Italia che all’estero, meno favorevolmente rispetto ad un giovane che ha appena terminato gli studi e questo comporta il dover assumere una mentalità molto più flessibile. Un ostacolo non da poco per gli ultracinquantenni è quello relativo alla sanità. Ovviamente con il passare degli anni l’utilizzo dell’assistenza ospedaliera e medica salirà e quindi emigrare in un paese dove l’assistenza sanitaria è molto inferiore può rappresentare un rischio notevole. C’è poi il problema del visto lavorativo, non facile da ottenere in paesi come l’Australia o il Canada ad esempio, e di come e dove investire i capitali”.
Diverso è il discorso per chi, raggiunta l’agognata pensione, decide di godersela lontano dall’Italia. Molte sono le destinazioni prescelte, ma tutte con alcune caratteristiche in comune: ottimo clima, località esotiche, mare da sogno e soprattutto un tenore di vita impensabile in Italia, dove tutto è più caro e con 1000 euro al mese si combina poco o niente. E allora eccoli gli emigranti over 60 che , magari dopo una vacanza lunga ai Carabi, in Thailandia o nei paesi africani, fuggono via, via dalla crisi, dal caro vita, dal freddo dell’inverno o da familiari troppo litigiosi. Difficile stimare quanti siano. L’Inps paga quasi 400 mila pensioni all’estero, ma il dato comprende anche emigrati di lungo corso e residenti in altri paesi con doppia cittadinanza. Molti anziani in fuga poi continuano a ricevere i soldi in una banca italiana. Tuttavia, la voglia di fare le valigie aumenta e non scoraggia
Addirittura c’è chi come Beppe Bonazzoli, 64 anni, ex giornalista, che dopo un grave problema coronario ha deciso che era arrivato il momento di cambiare vita. Ora vive in Thailandia e ha scritto la sua storia in un libro: Fuga per la vita. Andare via per vivere felici (Tropea).
«La terza età non è più quella della resa, ma dei progetti. Nonostante l’infarto, io a Phuket ho preso il brevetto da sub. E ho fatto un giro in moto: Thailandia, Vietnam, Laos». Bonazzoli ha scelto l’Oriente per la convenienza «Pago 500 euro di affitto al mese per un appartamento in un bellissimo complesso, lavare 1 chilo di biancheria mi costa 1 euro, 10 euro una persona che fa le pulizie per tutto un pomeriggio e 25 la visita da un cardiologo».
Bando agli indugi dunque, il paradiso non può più attendere!
Immagine copertina di Asad Photo Maldives https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-e-donna-cammina-sul-molo-1268855/
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