Andando a prendermi un’insalata al solito bar ristorante vicino all’ufficio osservo sempre più sorpreso il fenomeno legato a ciò che qui a NYC chiamano “Food Trucks” ossia i furgoni dalla forma squadrata, riconoscibilissima, che vendono cibo ad ora di pranzo, parcheggiati al ciglio della strada. Una sorta di americana forma di plagio verso l’italiano furgoncino dei panini a cui noi fermavano alle 3 di notte rientrando dalla discoteca. All’epoca delle ore piccole capivo che non ci fossero alternative per farsi uno spuntino a notte fonda, se non rivolgendosi ai rari furgoni delle piadine, luminosi e parcheggiati appositamente in luogo di traffico frequente… Ma a New York, non c’e’, ad ora di pranzo, carenza di luoghi ove comprare cibo: dunque perché il grande successo dei food trucks?
Appena mi addentro nel mondo dei food trucks, scopro che ci sono innumerevoli pagine internet e di social media capaci di dare i menù, di enfatizzare, comunicare e promuovere le varie cucine specializzate, le zone ove poter trovare il favorito food truck per arrivare perfino ai festival di food trucks dove il pubblico si fa file e file pur di trovare e provare tutte le più bizzarre varietà di cibo. Ecco dov’è il successo dei food trucks: la varietà. Chi in ufficio ogni giorno scende al proprio isolato per comprarsi il pranzo, probabilmente avrà un massimo di 3 o 4 punti vendita a portata di mano che copriranno un’offerta di usuali pietanze… ma il food truck spariglia le carte, piazzandosi di tanto in tanto all’angolo e proponendo un’alternativa al solito pranzo.
Falafel, cibo Taiwanese, involtini cinese, pizza “siciliana”, tacos messicani, torte e gelati, beefBurgers e HotDogs, tapas spagnole, Kebabs, cibo caraibico, yogurt, caffè, coccolato e ogni sorta di sandwitch possibile, incluso un camioncino dipinto col tricolore che fa i tramezzini esattamente come si troverebbero in Italia, ottimi in qualità, gusto e immagine, sebbene il prezzo sia 12$ al tramezzino. I food trucks hanno puntato sull’alta qualità, non certo il contrario e con essa il prezzo non e’ a risparmio, ma i consumatori obiettivo (che sono quelli che hanno lavoro in uffici di Manhattan in zone assai battute) non stanno a guardare i 5 o 6$ di differenza tra la solita insalata e qualcosa di assai ricercato e specifico. Io faccio sinceramente fatica a capire venti minuti di coda per il cibo d’un furgone parcheggiato in strada ma l’America degli insaziabili consumatori in pausa pranzo, incravattati e bombardati dalla varietà d’offerta pare abbia trovato un’alternativa assai valida al mio bar dell’angolo.