
Marcello Barenghi è la rivelazione del web dell’ultimo anno: disegna e dipinge in tempo reale immagini che in alcuni casi sono identiche a fotografie, in altri sembrano recuperare, quasi quasi, le tre dimensioni.
Si evince dai numerosi video che, sui social network e nei network che distribuiscono video on line, rimbalzano da ogni dove, contraddistinti da varie colonne sonore e dalla ripresa velocizzata, che per lo spettatore rende estremamente semplice e immediato ciò che è frutto di aggiustamenti pazienti e ripetuti. Abbiamo raggiunto l’artista dalla matita fatata e raccolto, sul suo operato, alcuni particolari inediti. Ecco che cosa ci ha raccontato.
D. Le capita mai di selezionare fotografie da riprodurre, e come le sceglie? Come agisce invece se l’immagine viene riprodotta dalla natura oppure a memoria? La tecnica cambia?
R. Copiare dalla realtà o copiare da foto per me è lo stesso, la tecnica non cambia. Tuttavia ci sono oggetti, come le pietre preziose, che devo per forza copiare da foto, perché basta spostarsi di poco per cambiare tutti i riflessi.
Sia che decida di copiare da foto o dalla realtà devo creare un set e posizionare l’oggetto in modo che dia il suo massimo. Copiare a memoria nell’iperrealismo non è semplice, potrei farlo su un soggetto già disegnato altre volte o non troppo complesso, ma se ci sono molti riflessi, i difetti saranno davvero tantissimi.
D. Che tipo di colori utilizza per rendere i vari effetti?
R. Per i disegni in timelapse pubblicati sul mio canale youtube, uso una tecnica mista che deriva dalla tecnica mista aerografo e matite che ho imparato da ragazzo, quando perennemente insoddisfatto dalla texture dei miei lavori a matita, mi sono ispirato ai lavori del grande Hajime Sorayama. Per esigenze di ripresa, uso l’aerografo solo per le ombre finali, mentre per le campiture uso ecoline, pantoni, pennarelli e per completare matite, penne gel, inchiostro acrilico ecc… In questo modo riesco a sfruttare solo il meglio di ciascuna tecnica, minimizzandone i difetti di texture. Risultati anche migliori si possono ottenere con la pittura a olio.
D. È autodidatta?
R. Sono un autodidatta che ha studiato. Ho frequentato il liceo artistico, la scuola superiore d’arte applicata (illustrazione editoriale e pubblicitaria) e mi sono laureato in Architettura. Sono arrivato al liceo che già avevo una buona tecnica di disegno a matita e senso delle proporzioni, inoltre molte delle tecniche che utilizzo, in queste scuole, non le insegnavano. L’aerografo l’ho comprato che ero ancora un ragazzino, con i soldi delle paghette. All’epoca non c’erano tutorial su youtube e le mie insegnanti del liceo non ne sapevano niente. Ho dovuto provare e riprovare. Anche la pittura a olio l’ho imparata da solo. Ma non posso certo dire che la scuola non mi sia servita. Ho avuto insegnanti come il professor Luciano Formica e l’illustratrice Anna Montecroci, da cui ho imparato davvero molto.
D. Come è arrivato all’idea di riprendere se stesso mentre dipinge?
R. E’ una cosa che ho non inventato io, un giorno mentre navigavo in internet sono capitato su un video di disegno in timelapse. La cosa straordinaria è che non disegnavo da vent’anni e mi è venuta voglia di riprendere in mano la matita. A quanto pare ci sono cose che non si disimparano, ho ripreso esattamente da dove avevo lasciato. Ha avuto modo di cimentarsi in opere figurative tradizionali? Per percorso di studi e ricerca personale, mi sono cimentato in molteplici attività artistiche figurative tradizionali: disegno a matita e sanguigna, pittura a olio, materie plastiche, scultura e architettura. Come Van Gogh ha fatto.
D. Le è capitato per esercizio di riprodurre opere di grandi del passato?
R. Dopo il liceo artistico e la scuola d’illustrazione, ho deciso di imparare a dipingere a olio e ho cominciato a riprodurre alcune opere di Caravaggio, Leonardo e Van Eyck. Più che per esercizio però, l’ho fatto per lavoro, alcune di queste tele infatti sono state vendute durante delle mostre di falsi d’autore.
D. Ha mai realizzato opere plastiche, in creta, o sculture in pietra?
R. Ho realizzato opere plastiche in creta, sculture in legno e monili in stagno, tutto questo fin da quando ero ragazzino. Ho anche un grande busto in gesso che mi ritrae. Plastica era la mia materia preferita al liceo. Mi piace creare cose, costruisco anche mobili e, all’occorrenza, mi diletto in lavori di tappezzeria in stoffa.
D. Come sono i Suoi rapporti con il mondo dell’arte? È stato “a bottega” da altri artisti?
R. Non ho alcun rapporto con il mondo dell’arte, non ho conoscenze, sono libero. Dopo il liceo, ho avuto il privilegio di stare a “bottega” dal professor Formica e ho lavorato per qualche tempo come restauratore artistico. E’ stata una bellissima esperienza, tuttavia era un lavoro molto impegnativo e ho dovuto smettere per poter continuare gli studi.
D. Ha mostre in programma?
R. Sinceramente no. Ho ricevuto offerte di galleristi da ogni parte del mondo, ma ho dovuto declinare perché non vendo i miei disegni. Non escludo tuttavia più avanti di farne, ci sto lavorando.
D. Quali sono i Suoi progetti per il futuro?
R. Le pressioni per andare a lavorare all’estero sono tante, ma per il momento preferisco continuare a fare quello che sto facendo. C’è ancora molto da fare. In effetti sto lavorando ad una cosa nuova, ma al momento preferisco non parlarne, la vedrete prossimamente sul mio canale Youtube.
Un universo in fermento. Chi investe nel mondo dell’arte, non dovrebbe lasciar sfuggire la chance, poiché non tutti i proventi sono determinati dalla vendita delle opere d’arte, nell’epoca delle installazioni artistiche; molto riguarda il successo di pubblico, che è nel presente.
Diffusione di talenti. A partire dalle biografie, intrecciamo contatti con galleristi e rendiamo visibili, su www.ilfont.it, gli artisti a reciproco vantaggio. Sei un artista o un gallerista e hai una biografia da proporci? Dialoga con noi e invia materiale all’indirizzo isabella.lopardi@icloud.com, anche per fissare un colloquio telefonico.
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