Il caffè è un’abitudine radicata nel mondo: per questa ragione non mancano ricerche tali da controllarne gli effetti benefici o negativi, posto che i consumatori sono molti. Soprattutto in Italia, dove si beve l’espresso, presso di noi la tipologia più consumata e conosciuta. Proviene dalla Puglia l’ultimo studio in questo senso.
Perché il caffè non abbia effetti negativi sul nostro organismo, è importante che ne beviamo sempre le stesse quantità. Se ne sono occupati presso l’Università di Bari Aldo Moro, dell’Irccs “Casa Sollievo della Sofferenza”, di San Giovanni e dell’Istituto superiore di Sanita’ (Iss) di Roma. L’analisi ha riguardato i segni di decadimento cognitivo lieve (Mci), che precedono l’Alzheimer. E’ stato preso in considerazione un campione formato da 1500 persone, la cui età era tra i 65 e gli 84 anni.
Effetti protettivi del caffè bevuto costantemente
Coloro che avevano assunto una tazza di caffè al giorno, costantemente, hanno fatto riscontrare meno rischi di incorrere nella Mci, rispetto a coloro i quali ne avevano variato la quantità, o ne bevevano, comunque, in più o in meno. Coloro i quali, essendo cognitivamente normali, assumevano più di una tazza di caffè al giorno avevano un tasso di Mci circa due volte più elevato, rispetto a coloro i quali, ogni giorno, ne bevevano meno di una tazza. Rispetto a coloro che avevano abitudini costanti, poi, il tasso di Mci era una volta e mezzo più elevato. Si è scoperto che bere caffè in quantità moderata riduce l’incidenza di Mci anche rispetto a coloro che non ne bevono affatto.
Se ne evince che il consumo moderato di questa bevanda può avere effetti neuro-protettivi. Ciò conferma studi precedenti, che parlano di effetti benefici a lungo termine di caffè e tè su declino cognitivo e demenza, come affermato da uno dei principali autori della ricerca,Vincenzo Solfrizzi, dell’Università di Bari.