Cento città senza dolore
Presentata oggi, nella Biblioteca del Senato la “Giornata mondiale sul dolore: 100 città senza dolore”, che si svolgerà il 3 ottobre. Promuove l’iniziativa la Presidenza della Repubblica, con il patrocinio del Senato, del Parlamento e del ministro della Salute. Una vita senza dolore “è una conquista, ma soprattutto un diritto”: lo afferma la parlamentare abruzzese del Pd Maria Amato, medico e componente la commissione Affari sociali della Camera dei Deputati .
Diritto a una vita senza dolore
Secondo la legge 38/10 sul dolore, all’art. 1, il cittadino ha il diritto “ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore”. Prosegue Amato: “Nelle proposte attuative, la legge introduce l’obbligo della rilevazione del dolore all’interno della cartella clinica, istituisce due reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore che garantiscano ai pazienti risposte assistenziali su base regionale, e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, e avvia la semplificazione delle procedure di accesso ai medicinali impiegati nella terapia del dolore; impone un percorso di formazione del personale medico e sanitario”.
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L’uniformità sul territorio nazionale è ancora un’utopia: “sicuramente si è facilitato l’accesso ai farmaci, sensibilizzato sul tema, in alcune situazioni realizzato l’ospedale senza dolore, fatto grandi passi in avanti sulle cure palliative. Per avere la certezza che siamo lontani dagli obiettivi basta pensare che in molti punti nascita non si pratica il parto indolore, che nella formazione del personale l’antalgica non è un fondamentale, che nei sistemi organizzativi non e’ sempre prevista una Unità operativa di terapia del dolore, che il dolore perdiatrico per molti è ancora ‘il grande mistero’ e che il dolore cronico in molte circostanze non viene trattato”.
Cento città senza dolore: formazione sulla gestione del dolore
Sono soltanto due su dieci i medici di famiglia dotati di formazione sulla gestione del dolore. Gli altri hanno acquisito conoscenze relative all’ambito praticando la professione: finiscono per gestire il paziente “con variabilità di risultati e utilizzando strumenti spesso non specifici”, come afferma Massimo Magi, coordinatore nazionale del progetto della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), in occasione della conferenza stampa di oggi. Aggiunge: “Stiamo lanciando il progetto InNov@fimg, che prevede la formazione di un medico esperto contro il dolore, una sorta di coach che lavorerà all’interno delle strutture della medicina generale per formare i colleghi sulla gestione del problema”. Sergio Zavoli, presidente onorario della Fondazione Isal, promotrice dell’iniziativa, afferma che “L’Italia, prima nel mondo a fare una legge contro il dolore, potrebbe anche essere anche la prima a costituire un polo europeo di ricerca sul tema”.
Sono il 12%, percentuale non trascurabile, le persone colpite da un ictus: vivono vent’anni nel dolore, senza che esista un farmaco tale da attutirlo. Pubblica uno studio in questo senso “Pain reserch”: lo conducono ricercatori della Fondazione Isal su un campione di 500 persone.
William Raffaeli, presidente della Fondazione, ha dichiarato: “Il malato sente ancora nella parte lesionata del corpo una sensazione di bruciore, crampi o scosse. E i medici, non solo non riescono a curare il problema, ma neppure a comunicare al paziente quello che gli sta succedendo”.
Cento città senza dolore: interpretazione del dolore dei bambini
Per quanto concerne i bambini, inoltre, “c’è ancora molta difficoltà di interpretazione del dolore così come difficoltà delle famiglie a utilizzare farmaci”. Pochi sono gli studi clinici, come del resto i trattamenti efficaci. Spesso si utilizzano farmaci per adulti e si agisce con un’iniezione, quando sarebbe sufficiente un cerotto.