I chirurghi ortopedici potranno applicare nuovi approcci chirurgici e attuare nuove terapie biologiche, al fine di trattare e risolvere le lesioni articolari dovute a usura o traumi che caratterizzano soprattutto gli sportivi. Tali problematiche saranno toccate a Carrara, dal 21 al 23 ottobre 2015: chirurghi ortopedici di tutta Italia saranno riuniti a tale scopo, nell’ambito del XXII Congresso nazionale della Società italiana di artroscopia (Sia). Così si è espresso Giancarlo Coari, presidente del congresso e past president Sia: “Le procedure chirurgiche attuali per il trattamento delle lesioni articolari, ginocchio e spalla in primis, hanno raggiunto un alto grado di avanzamento tecnologico: se fino a qualche anno fa un certo tipo di lesione comportava la fine di una carriera per uno sportivo, oggi possiamo parlare di un ritorno all’attività nel 90% dei casi, anche dopo un danno particolarmente grave. Progressi scientifici di rilievo clinico si stanno inoltre verificando in un nuova branca di studio, quella della ‘medicina rigenerativa,’ che utilizza le terapie biologiche per ricostruire, riparare o promuovere la rigenerazione di tessuti malati o danneggiati”. Si tratta di un’area di studio nata di recente: si sta verificando una fase di crescita rapida e costante.
Chirurgia ortopedica applicata allo sport
Oggi, più che in passato, la chirurgia ortopedica applicata allo sport deve individuare le potenzialità della biologia per la riparazione dei tessuti, ai fini della pratica clinica. I campi di applicazione sono numerosi: la riparazione dei difetti cartilaginei articolari dovuti a traumi o usura, la riparazione dei menischi, muscoli o tendini danneggiati, la patologia della cuffia dei rotatori nella spalla. Non bisogna dimenticare, poi, le articolazioni precocemente artrosiche: si manifestano, spesso, in seguito ad attività legate allo sport, pregressi traumi o interventi in pazienti ancora giovani o attivi. In questi casi, un’artroscopia o una protesi non risolvono nulla. Nuovi approcci terapeutici fanno perno sui nuovi derivati del sangue.
Chirurgia ortopedica, arriva il bioreattore
Ha aggiunto Coari: “L’ultima innovazione è rappresentata dal plasma arricchito in piastrine o Prp (Platelet rich plasma), che grazie alle sue proprietà rigenerative e anaboliche ha dimostrato di essere efficace nel modulare i processi infiammatori e indurre i processi rigenerativi, comportandosi come una sorta di ‘bioreattore’. Grazie alla sua composizione (piastrine e leucociti in diversi rapporti), ha tutti i presupposti per diventare la futura frontiera di una ricerca, ancora aperta, anche se già oggi può essere considerata una ‘potential biological machine’, che necessita di essere regolata per potenziarne gli effetti e per conoscerne sia limiti applicativi, sia caratteristiche ottimali. In particolar modo, una nuova recente tecnica di produzione per filtrazione a ciclo chiuso sterile, di un modesto prelievo ematico autologico, permette la produzione di leucociti (monociti) che sono una fonte importante di mediatori biologici antinfiammatori”.
Una sessione specifica del congresso sarà dedicata all’approfondimento degli studi clinici in corso sugli emocomponenti e sulle normative vigenti per l’uso clinico.