L’ictus ischemico nella nostra Penisola conta 250.000 nuovi casi l’anno. La mortalità e la disabilità potranno ridursi in modo significativo grazie a un binomio terapeutico: trombolisi farmacologica sistemica e trattamento endovascolare mediante trombectomia meccanica. L’efficacia di queste terapie è stata ampiamente dimostrata da recenti pubblicazioni scientifiche, durante l’anno in corso. L’ictus ischemico è la prima causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte nel mondo industrializzato. Fa il punto della situazione il quarantaseiesimo congresso della Società italiana di neurologia (Sin), che si svolge fino a domani. Il professor Aldo Quattrone, presidente Sin e rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha dichiarato: “Per poter garantire ai pazienti la trombectomia meccanica è necessario riorganizzare il sistema delle stroke unit di II livello introducendo la figura del neuro-interventista, uno specialista che deve avere tutte le competenze richieste per operare nell’ambito di questo nuovo scenario terapeutico per la cura dell’ictus ischemico. L’obiettivo è quello di formare, attraverso specifiche sessioni professionalizzanti (Master di II livello), gli operatori coinvolti: neurologi, neurochirurghi, neuro-radiologi e radiologi, confermando il ruolo centrale del neurologo nel percorso di cura”.
Ictus ischemico: la trombectomia meccanica, che cos’è?
La trombectomia meccanica si pratica attualmente attraverso ‘stent’ di nuova generazione: questi ultimi si aprono nell’arteria occlusa, ricostituendo un passaggio per il flusso sanguigno.
Ictus ischemico: trombolisi sistemica, che cos’è?
La trombolisi sistemica consiste nel somministrare un farmaco in grado di disostruire l’arteria cerebrale occlusa. Fino a oggi, è la terapia migliore per l’ictus ischemico in fase acuta.
Il miglior risultato ottenibile si ha se si associa questa terapia farmacologica al trattamento endovascolare, con rimozione meccanica e non invasiva del trombo. In questo modo, le prospettive terapeutiche e la qualità di vita dei pazienti migliorano sensibilmente.
Ictus ischemico, il fattore tempo
C’è un “ma”: il fattore tempo è vitale nell’applicazione delle due tecniche. Il periodo utile per praticare la trombolisi è pari a 4,5 ore, mentre per la trombectomia meccanica la finestra terapeutica è pari a otto ore.
Ecco su quali argomenti stanno discutendo i neurologi italiani, a Genova, in occasione del congresso Sin: aspetti organizzativi e formazione degli operatori sono al centro.