La corsa ai farmaci antibatterici

La corsa ai farmaci antibatterici

Ci sono batteri gram-negativi, così chiamati per la colorazione che assumono dopo un determinato test (test di Gram, ndr), che sono pericolosi per l’uomo perché resistenti a molti farmaci. Per questa ragione c’è la corsa a sviluppare e commercializzare nuovi farmaci antibatterici, che si verifica ovunque. Si attendono riforme tali da abbassare i costi di ricerca e sviluppo. Secondo una recente analisi, l’80% dei farmaci vengono sviluppati da piccole aziende farmaceutiche e biotecnologiche: di esse, la metà non mette ancora in commercio nessun prodotto. Sono attualmente in fase di sviluppo trentotto farmaci antibatterici. Sembrano tanti, ma non muovono ancora contro tutti i batteri resistenti. Ricordiamo Plazomicina e Eravacycline, antibatterici ad ampio spettro.

 

Farmaci antibatterici: che cosa ferma la corsa

 

Dal punto di vista scientifico, la scoperta di nuovi farmaci e l’identificazione di nuovi composti hanno alta probabilità di fallimento e i costi sono elevati. Proprio le carenti disponibilità finanziarie in ricerca e sviluppo hanno indotto le grandi case farmaceutiche a chiudere le proprie strutture. Come far sì che tali realtà imprenditoriali si rivolgano di nuovo alla ricerca riguardante gli antibatterici? La Food and Drug Administration (Fda) e la Infectious Diseases Society of America si stanno muovendo in questo senso. Il Gain (Generating antibiotic incentives now) act, che riguarda incentivi per la creazione di antibiotici di nuova generazione, determinato di recente, dovrebbe ridurre le barriere di ingresso sul mercato.

In Europa l’Innovative medicines initiative (Imi), iniziativa per i farmaci innovativi ha posto in essere due iniziative: Combacte (lotta alla resistenza batterica in Europa) e Translocation (basi molecolari della permeabilità delle membrane cellulari batteriche). L’obiettivo è far lavorare spalla a spalla industria, aziende biotecnologiche e mondo accademico, contro per la resistenza agli antibiotici. L’unico strumento in quest’ambito sembra essere la collaborazione tra settore pubblico e settore privato e l’obiettivo è la veloce commercializzazione.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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