La dieta e le fratture
Attualità

La dieta e le fratture

08/07/2015
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Sappiamo che una dieta calibrata è utile per allontanare lo spettro dell’obesità e ridurre i costi connessi al livello del sistema sanitario nazionale. Meno noto, tuttavia, è il fatto che con una corretta alimentazione si sventa l’attacco di fratture e complicanze settiche.

Un evento in argomento è in corso da ieri, organizzato dall’Istituto ortopedico Pini e da Regione Lombardia a Palazzo Pirelli, in occasione di Expo 2015. “Feeding the Future, now”, nutrire il futuro, ora, è il titolo del dialogo a più voci, che si svolge alla presenza di esperti in ortopedia, traumatologia, reumatologia e alimentazione, nonché di figure preminenti del mondo politico e sanitario.

Che cosa dobbiamo fare? Assumere le giuste quantità di cibo e vitamine, in tutti i momenti della vita. Ciò non ci permette soltanto di evitare le fratture legate a una carenza di elementi nutritivi, ma anche di evitare complicazioni ortopedico-traumatologiche. Senza contare, poi, le conseguenze che l’obesità reca a livello muscolo-scheletrico; non mancano, peraltro, danni articolari.

I benefici della vitamina D

Tra i vantaggi della dieta mediterranea c’è il fatto che fornisce la giusta quantità di vitamina D: tra le patologie che essa previene, ci sono anche quelle relative alle ossa.

Tale vitamina ha effetti benefici sul metabolismo e fissa il calcio nel tessuto osseo. Studi internazionali recenti ne evidenziano gli effetti positivi in farmacologia. Essa non si produce soltanto attraverso l’esposizione al sole, ma anche con una dieta che contenga pesce (come l’utilissimo olio di fegato di merluzzo), latticini e derivati, rosso d’uovo. Se questa vitamina manca nel tessuto muscolare si arriva alla debolezza e il rischio di cadute aumenta. Tale carenza è stata collegata inoltre con le neoplasie al colon al pancreas, alla prostata, all’ovaio, alla mammella, al linfoma di Hodgkin; ma anche a sclerosi multipla, artrite reumatoide, diabete mellito di tipo I.

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I temi dell’evento

Giorgio Maria Calori, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia ortopedica riparativa dell’Istituto, parla in merito al tema “alimentazione come fattore di rischio nelle complicanze della traumatologia e dell’ortopedia”. Secondo lui, l’alimentazione può essere elemento predittivo in caso di complicazioni settiche e “può aiutare a curare queste patologie, contribuendo al successo della guarigione”.

Due tavole rotonde aperte al pubblico vedono la partecipazione di associazioni: il tema è il miglioramento della qualità dell’assistenza, posto che bisogna porre l’evidenza scientifica al servizio del cittadino.

Il tema della vitamina D è oggetto di un confronto medico-scientifico tra esperti internazionali. I settori che saranno posti in luce sono quello pediatrico, quello neurodegenerativo e quello immunitario. Ne parla il professor Pierluigi Meroni, direttore del dipartimento di Reumatologia dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini e della Scuola di specializzazione di Reumatologia dell’Università degli studi di Milano. Secondo le sue parole, oggi sappiamo che la vitamina D modula le risposte immuni e ha dato esiti positivi anche in “malattie cardiovascolari, depressione, schizofrenia, malattie intestinali e infiammatorie”.

Il professor Alberto Panerai del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell’Istituto Pini afferma che i diversi tipi di cellule hanno recettori specifici per la vitamina e “i suoi metaboliti sono in grado, direttamente o indirettamente, di controllare più di duecento geni che sono in relazione alla proliferazione, differenziazione ed apoptosi (morte programmata) delle cellule sia in tessuti normali sia in tessuti cancerosi”.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.