Doppio trapianto di fegato e midollo su un bambino
Attualità

Doppio trapianto di fegato e midollo su un bambino

13/08/2015
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Sotto i ferri un bambino di otto anni, venezuelano in una condizione rara, per un intervento molto delicato. Il trapianto di fegato e midollo, attuato per la prima volta in Italia. E’ avvenuto presso la Città della Salute di Torino. Nel 2000, a Londra, si è svolto l’unico intervento precedente di questo tipo, che si determina per le prime volte in tutto il mondo.

Il piccolo paziente potrà tornare, tranquillamente, a vivere la propria vita.

Non conosciamo il nome del bambino, che con i genitori è arrivato in Italia nella primavera del 2014: si è occupata di lui la Cooperazione sanitaria Atmo (Associazione per il trapianto di midollo osseo), che ha collaborato con la Fundacion para el transplante de medula osea, fondazione per il trapianto di midollo osseo, del Venezuela.

Bisognava curare una forma grave di immunodeficienza: parliamo della sindrome di Iper-Ig M. In queste condizioni, un raffreddore poteva essere fatale. Proprio così il piccolo si è trovato indifeso rispetto a un’infezione da Cryptosporidium parvum, che incide proprio sul fegato, che risultava in tal modo compromesso. Perché il sistema immunitario tornasse a proteggere il fanciullo, poteva funzionare soltanto un trapianto di cellule staminali.

Ecco le fasi cui è stato sottoposto l’organismo del piccolo venezuelano

In primo luogo si è attuato un trapianto di fegato. Poi si è svolta la terapia chemioterapica e successivamente il trattamento con le staminali, come afferma la dottoressa Franca Fagioli, direttrice del Centro trapianti dell’Ospedale infantile Regina Margherita.

Facile a dirsi, non a farsi: era l’ottobre 2014 quando il bambino è stato messo in lista d’attesa per ottenere un fegato. Si è trattato di attendere per cinque mesi, fino a marzo, quando l’intervento è stato svolto dal team medico del Centro trapianto di fegato dell’ospedale Molinette, sotto la direzione del professor Mauro Salizzoni. In seguito, posto che il nuovo organo era perfettamente funzionante, si è trattato di trapiantare le staminali: dopo pochi giorni di terapia intensiva, il bambino è stato trasferito per questa ragione al Regina Margherita. Qui, dopo un mese, è avvenuto il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche midollari, donate da una donna americana compatibile.

Per l’immunosoppressione, che previene il rigetto del trapianto, è stato necessario un periodo di isolamento, ma il piccolo ora gode di buona salute. Tra qualche giorno potrà tornare alle sue normali attività. Si conclude bene la condizione di disperazione dei genitori.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.