L’Associazione medici endocrinologi (Ame) identifica e segnala cinque pratiche mediche che sono a rischio di essere considerate inappropriate. Seppure vengono impiegate nell’uso comune, non hanno a proprio supporto prove di efficacia: lo si afferma prendendo in considerazione studi e meta-analisi. Sarebbe meglio evitare di prescrivere ai propri pazienti le pratiche delle quali parliamo qui:
– L’ecografia tiroidea non deve essere richiesta come semplice esame di routine, nei soggetti senza segni e/o sintomi di patologie tiroidee e non appartenenti a gruppi di rischio per carcinoma tiroideo. Si possono individuare in questo modo noduli tiroidei privi di peso patologico e si incrementano diagnosi di carcinoma tiroideo non associato ad aumento di mortalità. Si aggiungono l’ansia del paziente e l’aumento di procedure diagnostiche e interventi chirurgici. Di qui, danni individuali e collettivi.
– La densitometria ossea non deve essere ripetuta a intervalli minori di due anni. I risultati ottenuti, diversamente, non sarebbero utilizzabili.
– Se si ha un sospetto di ipogonadismo e di iperandrogenismo, non si consiglia di richiedere il dosaggio del testosterone libero. I risultati ottenuti non sono utilizzabili: si consiglia di utilizzare il testosterone totale.
– Nei pazienti con patologia tiroidea, è poco corretto richiedere di routine il dosaggio della Ft3.
Al fine di conoscere la funzione della tiroide, infatti, il Tsh è sufficiente.
– Non tutti i pazienti con gozzo nodulare necessitano di una terapia con levotiroxina.
Soltanto in una minoranza di pazienti, dopo un trattamento molto lungo, se ne dimostra l’efficacia clinica. C’è rischio di osteoporosi e aritmie, rispettivamente in donne in menopausa e anziani (rischi legati alla tireotossicosi subclinica).
Sulla scorta di questa considerazione l’Associazione medici endocrinologi ha aderito a Slow medicine, una rete di professionisti che promuove una cura sobria, rispettosa e giusta. Fare di più, in sintesi, non significa fare meglio, come si afferma nel progetto, lanciato nel 2012.
Il medico, spesso e volentieri, diventa schiavo dell’abitudine: continua a prescrivere esami e trattamenti, magari per rispondere a una richiesta pressante di un paziente, o nel timore di ripercussioni medico-legali. Analisi ed esami inutili costituiscono, del resto, uno spreco di risorse: se vengono ridotti, ciò non nuoce al paziente. Pazienti che si rivolgono al “Dottor Google” e poi si recano dal medico con esami da prescrivere dovrebbero essere informati per il meglio, come afferma Rinaldo Guglielmi, presidente Ame.
Sulla base di queste evidenze, si è mosso il gruppo di lavoro “Ame per una Medicina Sostenibile” coordinato da Marco Attard, che opera presso l’unità operativa di Endocrinologia dell’ospedale Cervello di Palermo. Così sono state individuate le pratiche a rischio di inappropriatezza. L’attuazione di queste pratiche deve essere valutata volta per volta.