Sono 14.000 su 50.000 i malati di epatite C che hanno potuto usufruire dei nuovi farmaci salvavita, che peraltro sono molto costosi. Parliamo del Sofosbuvir, che elimina il virus dal sangue del paziente nel 90-100% dei casi. I pazienti trattati sono sempre di più, ma il valore riscontrato è preoccupante e ci sono variazioni da regione a regione. I malati del settentrione, che sono in misura minore, sono coloro i quali hanno maggior accesso ai nuovi prodotti e di conseguenza ai rimborsi dovuti al meccanismo di risparmio prezzo-volume: maggiore è il numero di malati curati, maggiore è il risparmio.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è espressa in argomento al Senato, in commissione Sanità. Le nuove cure eradicano l’Hcv anche in tre settimane. La cura è a carico dello Stato: è stato ottenuto un risparmio sul prezzo di acquisto pari al 22%, pari a due miliardi e mezzo di euro nei prossimi 24 mesi.
Nei primi sei mesi del 2015 è stato attuato un risparmio pari a 130 milioni, come afferma il direttore dell’Agenzia regolatoria Luca Pani. Buona notizia, quando si temeva che il miliardo di euro stanziato dal Ministero della Salute cambiasse scopo o scomparisse. La negoziazione sul prezzo con cui il Servizio Sanitario Nazionale acquista dalle aziende i nuovi farmaci contro l’Epatite C si è svolta segretamente.
Come afferma il presidente Aifa Sergio Pecorelli, esiste il rischio di disparità sociale.
Migliore, come detto, la situazione al nord: l’Emilia Romagna ha già ottenuto 6 milioni di euro di rimborsi, la Lombardia 10. Per Sardegna e Sicilia, scendiamo a poco più di 500.000 euro. La presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi (Pd) afferma che la politica deve impedire la disparità di trattamento. Corridoi potrebbero portare al pagamento privato.