Da dove viene la carne che hai nel piatto? Ci si muove su più fronti perché sappiamo esattamente quel che mangiamo.
La Commissione europea ha all’ordine del giorno la creazione di un’etichetta recante la provenienza della carne utilizzata per i piatti pronti. Questa iniziativa parte da una risoluzione approvata in febbraio dal Parlamento europeo. Come sappiamo, la fotografia sul pacchetto spesso non corrisponde al contenuto; a ciò si sommano informazioni laconiche in merito al cibo che compone i piatti. Sono in corso di valutazione i costi di tale aggiunta per le imprese produttive, che reagirebbero aumentando i prezzi dei cibi sullo scaffale del supermercato. Secondo una ricerca della Commissione europea, l’aumento dei costi per il produttore si aggirerebbe dal 15-20% fino al 50%. Le indicazioni aggiunte riguarderebbero anche i surgelati.
Così si è espressa l’assemblea di Strasburgo: 460 voti a favore, 204 contrari e 33 astenuti.
Una risposta alle vicende del 2013
Ecco la risposta a quanto ha riguardato la carne di cavallo trovata nelle lasagne alla bolognese nel 2013. Prima si è stabilito che carne fresca e congelata di manzo avessero un’etichetta di origine obbligatoria, che da aprile 2015 riguarda anche polli, maiali, pecore e capre: ora è la volta dei prodotti trasformati. La maggior precisione nelle etichette potrebbe riguardare anche il metodo di macellazione (con o senza stordimento, ndr), in modo da poter controllare le condizioni di vita dell’animale. E’ il tema di un’interrogazione, proposta da un gruppo di parlamentari europei. La Commissione avrebbe dovuto rilasciare nel 2014 un report su questo argomento.