Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale

Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale

Il 29 ottobre è l’ottava giornata mondiale contro l’ictus cerebrale. Parliamo di un fenomeno nefasto, che colpisce ogni anno ancora 15 milioni di persone nel mondo e 200.000 soltanto in Italia. Si tratta della morte di cellule cerebrali prodotta dall’occlusione di un’arteria del cervello, a causa di un coagulo di sangue che ne impedisce il flusso normale, o dalla rottura di un’arteria che provoca emorragia cerebrale. Nella pratica, a che cosa bisogna prestare attenzione per una diagnosi il più possibile tempestiva?

Ictus cerebrale, sintomi rivelatori e i fattori di rischio

Pressione alta e fibrillazione atriale sono i principali fattori di rischio. Ecco i sintomi rivelatori di un ictus in arrivo: bocca storta, difficoltà a parlare, mancato movimento degli arti di un lato del corpo, cefalea improvvisa e violenta. Quando questi sintomi insorgono, tutto il sistema di emergenza deve essere posto sotto allarme: parliamo di 118 e pronto soccorso. In tal modo, è possibile determinare diagnosi e trattamento in tempi rapidissimi. Disabilità e mortalità si riducono in modo importante se le moderne terapie della fase iperacuta dell’ictus sono applicate in modo rapido e appropriato.

Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale: importanza delle stroke unit

La Società italiana di neurologia (Sin) mette in risalto l’importanza delle stroke unit, cioè le unità ospedaliere di assistenza, poste in essere da esperti. Nel trattamento della fase iperacuta, sulla base dell’evidenza scientifica, è importante ottenere un’ulteriore quota di riduzione degli esiti. Per questa ragione la rete di tali unità deve essere riorganizzata al più presto sulla Penisola: bisogna garantire a ogni paziente la terapia più appropriata e la corretta assistenza.

Ictus cerebrale e decreto Lorenzin, stroke unit raddoppiate

Nel decreto Lorenzin del 2 aprile 2015 ci sono indicazioni relative a standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per l’assistenza ospedaliera italiana: secondo tali dettami il numero delle stroke unit dovrà all’incirca raddoppiare, soprattutto nelle regioni meridionali.

Ictus cerebrale e stroke unit, la parola agli esperti

Domenico Inzitari, direttore della stroke unit dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi a Firenze e professore ordinario presso la clinica neurologica dell’Università di Firenze, si è espresso in questo modo: “Ogni Stroke Unit dovrà prevedere un’organizzazione più strutturata, che faccia riferimento al neurologo e a personale specializzato dedicato H 24. Oggi possiamo contare su terapie molto efficaci, come la trombolisi sistemica, un farmaco che può disostruire l’arteria, e la trombectomia meccanica, ossia il trattamento endovascolare che prevede la rimozione meccanica e non invasiva del trombo, ma, a parte il numero delle strutture non sufficiente assistiamo a una carenza di specialisti. In questo nuovo scenario terapeutico emerge la figura del neuro-interventista, uno specialista che possiede tutte le competenze necessarie per effettuare la trombectomia e che affianca il neurologo nella cura del paziente”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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