Si celebra oggi la giornata nazionale degli alberi. In questa occasione ha il titolo: “L’albero padre del cibo: verso una alimentazione sostenibile”.
Il quadro che ci troviamo di fronte, comunque, non è idillico.
Parla chiaro una nota della Coldiretti: il frutteto italiano si è ridotto del 33% negli ultimi quindici anni e sono scomparsi oltre140mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti. Il rischio è che la nostra Penisola perda il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea. La superficie coltivata a frutta sullo Stivale è passata da 426mila ettari a 286mila: parliamo di un crollo netto del 33% in 15 anni, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati Istat sulle coltivazioni legnose agrarie, pubblicati nel 2015.
Crollo dei prezzi e scomparsa degli alberi
Le piante da frutto sono scomparse a causa del crollo dei prezzi pagati agli agricoltori. Questi ultimi, purtroppo, non sono più in grado di coprire neanche i costi di produzione. Per i limoni la superficie è stata dimezzata: seguono le pere (-41%), pesche e nettarine (-39%), arance (-31%), mele (-27%), clementine e mandarini (-18%).
La superficie complessiva investita a ortofrutta in Italia supera appena un milione di ettari, cioè l’8% della superficie agricola utilizzata a livello nazionale. Produce il 26% della produzione agricola.
Il disboscamento è una realtà delle campagne italiane e risulta, come spiega Coldiretti, da una vera invasione ad opera della frutta straniera: le importazioni negli ultimi 15 anni sono aumentate del 37%, per un totale di quasi 2,1 miliardi di chilogrammi. Anche le famiglie riducono progressivamente i consumi.
Alberi, un trend drammatico: la parola all’esperto
Secondo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, si tratta di “Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori. Occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni, che in quantità sono rimaste pressoché le stesse di quindici anni fa. Ci sono infatti segnali positivi di ripresa dell’economia che non vanno sottovalutati, come l’inversione di tendenza nei consumi di frutta in Italia che non si registrava dall’inizio della crisi, mentre opportunità possono venire anche dall’estero per il tasso di cambio favorevole”.
Alberi e prodotti ortofrutticoli: blocco delle esportazioni verso la Russia
Le esportazioni verso la Russia, poi, sono state bloccate in tutta l’Unione europea a causa dell’embargo in vigore dal 7 agosto 2014, di recente prorogato al 6 agosto 2016: ecco una fonte di perdite dirette e indirette al settore ortofrutticolo nazionale.