Una sfida è stata intrapresa nell’ambito dell’Istituto nazionale dei tumori. Ha riguardato 24 ragazzi affetti da neoplasie, in cura nel reparto di Pediatria dell’Int. Questi giovani si sono resi protagonisti in un vero e proprio atelier di moda: per sei mesi, hanno lavorato all’interno degli spazi del Progetto giovani dedicato agli adolescenti. Hanno ideato e realizzato un’iniziativa chiamata B.Live: hanno appreso strumenti e tecniche professionali, sotto la direzione artistica della stilista Gentucca Bini. Sono stati sostenuti dall’Associazione Bianca Garavaglia, che da sempre supporta la Pediatria dell’istituto: si tratta dello sponsor principale del Progetto giovani. Ha collaborato anche la Fondazione Magica Cleme. Al culmine delle attività, c’è stata una magnifica sfilata. Ha pubblicato materiale sull’iniziativa la rivista specializzata Tumori journal.
Fare moda, una testimonianza per la comunità medica
Il dottor Andrea Ferrari, responsabile del Progetto giovani, si è espresso in questo modo: “La pubblicazione di questa esperienza su una rivista scientifica testimonia che la comunità medica comincia a riconoscere l’importanza della presa in carico globale del paziente, a condividere modelli di cura in cui il supporto alla continuità della vita ha un ruolo centrale e a sottolineare il valore della creatività come strumento terapeutico per superare i limiti imposti dalla malattia. Gli adolescenti sono pazienti speciali con bisogni speciali ed è necessario evitare che la malattia interrompa il loro percorso di crescita”.
Il Progetto giovani
Il Progetto giovani dell’Int dedicato agli adolescenti è nato nel 2011: ha obiettivi clinici, come l’inclusione nei protocolli di cura, il supporto psicosociale, le misure di preservazione della fertilità, ma mira anche a preservare la normalità della vita dei ragazzi. Si agisce creando spazi all’interno dell’ospedale e si organizzano iniziative dedicate.
Fare moda: la creatività degli adolescenti
Secondo la dottoressa Laura Veneroni, psicologa che da anni segue il Progetto Giovani, “La creatività che caratterizza l’età adolescenziale è diventata uno strumento per esprimere emozioni, pensieri e sentimenti che spesso non si traducono nelle parole e che potrebbero nuocere al benessere psicologico a breve e a lungo termine. Non tutti i ragazzi riescono a parlare direttamente di quello che hanno nel cuore, soprattutto davanti al medico o allo psicologo: per questo un disegno, una fotografia, una frase, una poesia, una canzone, possono aiutare a esprimere i propri pensieri, paure o speranze, attraverso modalità che sono più usuali a questa età”.
La parola ai protagonisti
Queste le parole della quindicenne V., colpita da sarcoma delle parti molli: “Questo progetto è stato un modo creativo di superare i limiti che ci sono imposti dai medici e dai nostri genitori. Abbiamo creato la bellezza non solo per noi, ma anche per gli altri”.
F., ragazza sedicenne con sarcoma di Ewing, ha dichiarato: “Dietro ogni vestito c’è una scelta, c’è un atto di autodeterminazione contro tutto ciò che è stato imposto al mio corpo”.
Così si esprime un’altra ragazza: “Ho capito che non devo vergognarmi di non avere i capelli, che non devo avere paura a guardarmi allo specchio. Ho capito che sono bella anche così”.
Conclude A., curato per linfoma di Hodgkin: “All’improvviso è successa una cosa strana: all’inzio, ogni volta che andavo in ospedale per fare le terapie e i controlli avevo l’ansia ed ero solo agitato e preoccupato, poi invece l’ospedale è diventato il posto dove andare anche quando non avevo appuntamenti medici, perché lì trovavo i miei amici e sentivo di far parte di un progetto importante”.
Immagine copertina di Norma Mortenson https://www.pexels.com/it-it/foto/camminando-amici-giovane-gruppo-8457625/