A livello internazionale, i più grandi centri uniscono le forze per muovere contro l’Hiv pediatrico. Fanno squadra la Johns Hopkins università, l’University college of London, il Karolinska institute, la Stellenbosch university di Capetown: si tratta del consorzio internazionale Epiical, la cui coordinazione è affidata all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Pubblica la notizia Lancet infectious diseases. Le nuove tecnologie saranno utilizzate per porre sotto analisi il virus e capire come si comporta nel bambino, nel quale bisogna riscontrare la risposta del sistema immunitario. Algoritmi matematici, applicati a dati relativi a bambini trattati precocemente con la terapia antiretrovirale, raccolti in tutto il mondo, saranno utilizzati per sviluppare un modello predittivo. Sperimentazioni cliniche saranno poste in essere su gruppi di bambini, anche per quanto concerne un vaccino terapeutico pediatrico che il Bambino Gesù ha sviluppato.
Casi eccezionali hanno incoraggiato i ricercatori, che vogliono estrarre da essi una regola che valga per ogni bambino, come afferma Paolo Rossi, coordinatore di Epiical e direttore del Dipartimento pediatrico universitario ospedaliero del Bambino Gesù. Ci si riferisce non soltanto al caso della fanciulla diciottenne che da dodici anni non prende farmaci, ma anche a quello della Mississippi baby, bambina cui era stata somministrata una terapia aggressiva a trenta ore dalla nascita. In questo caso, nel sangue della bambina sono tornate tracce evidenti del virus, a trattamento interrotto, ma nel giro di anni, non di qualche settimana, come sarebbe normale.
La terapia precoce non basta
Se la terapia precoce è un passo avanti nel trattamento dell’Hiv, da sola non basta: deve essere affiancata con altri mezzi, come il vaccino del Bambino Gesù. E’ vero che i neonati trattati tempestivamente stanno bene da un punto di vista clinico, immunologico e virologico.
Possono quindi costituire un modello di riferimento, al fine di realizzare una piattaforma tale da prevedere l’efficacia di una nuova strategia terapeutica mirata a rafforzare il sistema immunitario dell’individuo. L’obiettivo è il controllo della replicazione da HIV, in assenza di terapia antiretrovirale.
Ecco chi controlla meglio il virus dell’Hiv
Chi è che controlla meglio il virus dell’Hiv in caso di sospensione temporanea della terapia? Proprio il bambino contagiato dalla madre alla nascita e trattato nelle prime settimane di vita. Da qui bisogna partire, per fare test di nuovi trattamenti, il cui fine è proprio arrivare alla sospensione della terapia. Le sperimentazioni cliniche saranno attuate in Sud Africa, Tailandia ed Europa.