La Commissione europea ha approvato il Nivolumab, il farmaco per il melanoma avanzato. Il beneficio di questa molecola a livello di sopravvivenza globale porta a una riduzione del rischio di morte del 58%. Il tasso di sopravvivenza a un anno, poi, è pari al 73%, contro il 42% con dacarbazina, altro farmaco utilizzato contro questo tipo di tumore. Lo si evince dallo studio di fase 3 CheckMate -066. Ecco un vero passo avanti per i pazienti con melanoma non operabile o metastatico, anche trattato in precedenza.
Fretta per la commercializzazione del farmaco
Il farmaco è stato valutato con una procedura accelerata in Europa, perché è designato come “medicinale con maggiore rilevanza dal punto di vista di innovazione terapeutica ed impatto sulla salute pubblica”. Esso agisce come inibitore del checkpoint immunitario PD-1 (proteina della morte cellulare programmata, ndr), cioè elimina le limitazioni alle risposte immunitarie (mediate dalle cellule T, che appunto prevengono reazioni immuni indesiderate, come le allergie). Che cosa può accadere oggi, dopo l’approvazione a livello europeo? E’ possibile commercializzare il farmaco nei ventotto stati membri dell’Unione europea. Questo tipo di tumore è particolarmente diffuso nel Nord Europa, poiché attecchisce facilmente sulla razza cosiddetta caucasica.
In precedenza, il 24 aprile, il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) aveva annunciato la valutazione con procedura accelerata questa molecola. Non bisogna sottovalutare il melanoma in forma metastatica: è possibile, infatti, che lo sviluppi un paziente su cinque. Si pensi che la media di sopravvivenza al quarto stadio della malattia è di sei mesi, mentre il tasso di mortalità a un anno è pari al 75%. Il nuovo farmaco porta benefici a lungo termine.
Si sta lavorando senza sosta e a tempo di record: l’obiettivo è sviluppare le conoscenze immuno-oncologiche, in modo da rendere disponibili per il paziente nuove opzioni terapeutiche.