Monna Lisa non è l’unica che sorride!
Lisa Gherardini, detta Lisa del Giocondo o Monna Lisa (1503-1506), ha fornito il modello a un quadro che è uno dei più belli ed enigmatici di tutti i tempi. Ma la genesi di questo olio su tavola di pioppo non si limita a una copia del reale: per lo scienziato Leonardo il singolo quadro era un teorema, lo spunto per una ricerca. Sempre nella caducità dell’opera, che doveva stupire i contemporanei, non resistere in eterno: per questa ragione venivano utilizzati colori deperibili.
Il sorriso della Gioconda
Una delle ricerche che hanno fatto perno sulla Gioconda riguarda il suo inafferrabile sorriso: da adesso, quest’ultimo non è più un primato di questo quadro. Un ritratto precedente aveva visto la realizzazione di questa inclinazione delle labbra: “La Bella Principessa”, quadro altrimenti noto come “Ritratto di una Sforza”, era stato chiamato in questo modo da Martin Kemp. Era stato realizzato in gesso e inchiostro su pergamena. In esso, però, il sorriso è ritratto di profilo ed è ancora una volta appena accennato. Uno studio in questo senso è stato posto in essere da Alessandro Soranzo e Michael Newberry della Sheffield Hallam university. Ha pubblicato la ricerca Vision Research. In questa sede si conferma la paternità di Leonardo del quadro di profilo, datato al 1495 circa. Esperimenti psicofisici sono stati attuati su questi ritratti, ed è stato dimostrato che “un cambiamento dell’inclinazione con cui si guarda la bocca della ‘Bella Principessa’ genera l’illusione che abbiamo definito ‘un sorriso inafferrabile’”.
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L’ecosistema intestinale, ospitato in un tubo di diametro variabile con pareti flessibili, ripiegato più volte su…Un’altra ricerca
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La Harvard medical school aveva attuato nel 2005 un’altra ricerca relativa alla Gioconda, pubblicata sulla rivista Nature. In quel caso era in risalto il fatto che il sorriso fosse stato dipinto con un gioco di ombre, in modo che non è evidente quando si fissa la bocca di Monna Lisa, ma quando la si lascia nella visuale periferica.