Obeso? Appuntamento all'Expo
Attualità

Obeso? Appuntamento all’Expo

06/06/2015
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Oggi cambiamenti epocali riguardano la produzione degli alimenti e la preparazione dei cibi. La pubblicità ci spinge a tendere al valore che il cibo costituisce. Ecco alcune delle spinte che possono suggestionare l’individuo, che diventa obeso. L’obesità dipende dalla società? Forse. Certamente, non dipende soltanto dalla persona obesa.

Epidemia negli stati europei, l’obesità dovrebbe essere riconosciuta e trattata. Lo si afferma oggi all’Expo di Milano, al padiglione dell’Unione europea: hanno collaborato l’European association for the study of obesity (Easo), la Società italiana dell’obesità (Sio) e il Centro per lo studio e la ricerca sull’obesità (Csro) dell’Università degli Studi di Milano. E’ stata presentata oggi in questa sede l’Easo Milan Declaration. Far scendere l’obesità di un punto percentuale equivarrebbe a cancellare da 1 a 3 milioni di casi di tumore, malattie cardiovascolari, diabete e ipertensione in Europa; se poi la riduzione raggiungesse il 5%, a essere cancellati sarebbero da 2 a 9 milioni di casi. Di recente, nel corso del congresso europeo sull’obesità (Eco), è emerso che il 10% della popolazione è obesa in Italia e il 40% è in sovrappeso. Secondo l’Oms, sulla penisola entro 15 anni ci sarà una donna su due in sovrappeso e questa sarà la condizione del 70% degli uomini. Per l’obesità, si prevede una soglia pari al 15% tra le donne e il 20% tra gli uomini. Bisogna mettere in risalto come questo dato sia strettamente legato a malattie e mortalità. Focalizziamo la Milan declaration, dichiarazione di Milano: si tratta di un documento sulla falsariga di quello prodotto dal Congresso europeo sull’obesità, che ha avuto luogo a Milano nel 1999. Il punto caldo del testo era il riconoscimento dell’obesità come malattia, cui muovere contro con un’azione concertata. Oggi c’è di più: la società civile e le associazioni di persone malate di obesità hanno aderito. Se l’obesità diminuisse in Italia, il sistema sanitario risparmierebbe: i risparmi supererebbero di tre volte l’investimento fatto per produrre questo cambiamento.

Queste, secondo la Milan declaration, le aree nelle quali bisogna agire:

– Riconoscere che gli individui e le comunità colpite da obesità richiedono comprensione, rispetto e supporto

– Riconoscere che il sovrappeso e l’obesità rappresentano le principali cause di malattie che affliggono dal punto di vista sociale ed economico gli stati europei

– Riconoscere che l’obesità, oltre a essere in alcuni casi una malattia altamente disabilitante e fatale di per sé, rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili (NCDs)

– Riconoscere che dando la priorità alla prevenzione e cura dell’obesità, i sistemi sanitari possono efficacemente ridurre i costi causati dalle malattie non trasmissibili, in particolar modo se l’intervento sulla malattia avviene precocemente

– Adottare e promuovere un approccio multidisciplinare per identificare e migliorare le soluzioni pratiche per bloccare l’obesità

– Rendere l’obesità una priorità nazionale tramite lo sviluppo, il supporto e il miglioramento delle strategie per combatterla. Queste strategie devono dare la precedenza all’educazione scientifica a studenti e professionisti, e alle campagne di informazione pubblica

– Rendere prioritaria l’identificazione di bisogni non soddisfatti nella ricerca sull’obesità, nella cura e nell’educazione

– Supportare la ricerca nazionale ed europea volta allo sviluppo di nuove ed efficaci strategie di prevenzione e gestione della malattia.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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